2014-11-29 10:24:00

Card. Koch: Francesco vuole approfondire rapporti con ortodossi


Nel pomeriggio di oggi, Papa Francesco si è recato al Patriarcato ecumenico al Phanar per l’incontro con il Patriarca Bartolomeo. Nella Chiesa di San Giorgio si è svolta la preghiera ecumenica. Su questo importante incontro, alla vigilia della firma della Dichiarazione congiunta, Mario Galgano ha sentito il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani:

R. – Das Hauptanliegen ist die gute Beziehung, die freundschaftliche Beziehung die zwischen den…
Il pensiero principale è di approfondire i buoni rapporti, i rapporti amichevoli tra le Chiese di Roma e di Costantinopoli. Dal primo incontro tra Atenagora e il Beato Papa Paolo VI si è instaurata la bella tradizione per cui ogni Pontefice, nel secondo anno del Pontificato si reca in visita al Patriarcato di Costantinopoli. Nel 1979 l’ha fatto Papa Giovanni Paolo II, nel 2006 l’ha fatto Papa Benedetto XVI e ora anche Papa Francesco fa questa visita nel suo secondo anno di Pontificato. Abbiamo anche questa antica tradizione delle visite vicendevoli in occasione delle feste dei Santi Patroni: una delegazione di Roma si reca a Costantinopoli per la festa di Sant’Andrea, il 30 novembre, come una delegazione viene a Roma da Costantinopoli, il 29 giugno, per celebrare la festa dei Santi Pietro e Paolo. Questa volta, è il Santo Padre stesso che va a Costantinopoli per approfondire i rapporti amichevoli esistenti e incamminarsi su strade di speranza.

D. – Sono numerose le sfide del Patriarca ecumenico di Costantinopoli…

R. – Das sind sehr verschiedene Herausforderungen: Auf der einen Seite die politische Situation, in der…
Sono sfide diverse. Da un lato la situazione politica nella quale vive e dall’altra la situazione interna all’ortodossia. Riguardo alla situazione interna all’ortodossia, egli ha il primato di onore. Questo primato d’onore si presta a diverse interpretazioni e per questo spero nel Sinodo panortodosso, che è previsto per il 2016, affinché si stabilisca maggiore unità tra le Chiese ortodosse. Questo è molto importante perché è un passo importante anche per quanto riguarda il progresso nel dialogo tra le Chiese ortodosse e noi. Un ostacolo importante nel dialogo ecumenico consiste nel fatto che gli ortodossi non sono d’accordo tra di loro su molte questioni e questo a sua volta blocca il dialogo con la Chiesa cattolica. Per questo, io spero che questa situazione si possa risolvere con l’aiuto del Sinodo panortodosso; naturalmente, anche noi dobbiamo fare la nostra parte per rafforzare e approfondire i nostri rapporti con il Patriarca ecumenico, così come anche lui ci sostiene sempre affinché possiamo continuare questo nostro dialogo teologico.

D. – Ci sono poi le sfide con la società turca…

R. – Ich glaube, die Herausforderung ist doppelter Art. Das ist erstens einmal der Dialog mit der…
Credo che la sfida sia duplice. In primo luogo, c’è il dialogo con la società islamica. Mi sembra che gli ortodossi conducano buoni dialoghi con il mondo musulmano. L’altra è il rapporto dello Stato con la Chiesa ortodossa, e in questo caso posso sperare soltanto che i rapporti migliorino sempre più. Ci sono due questioni che, in questo momento, bruciano un po’: la prima riguarda il fatto che la Scuola superiore di teologia di Halki è ancora chiusa e io spero che finalmente si trovi una via di soluzione, perché per una Chiesa è veramente doloroso non avere un luogo nel quale formare i suoi membri; la seconda grande questione è l’apparente volontà del governo di trasformare nuovamente Santa Sofia, che oggi è un museo, in moschea. Immagino che questo sia una grandissima provocazione per i cristiani. Se pensiamo alla grande storia di questo edificio, comprendo che il Patriarca desideri e si impegni in ogni modo affinché questo rimanga un museo.








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