2014-11-29 13:12:00

Giornata colletta alimentare: 6 milioni i poveri assoluti in Italia


18.mа Giornata nazionale della colletta alimentare oggi in Italia: 11 mila i supermercati coinvolti, oltre 135 mila i volontari della Fondazione Banco Alimentare Onlus impegnati nella raccolta degli alimenti a lunga conservazione donati dai consumatori: olio, alimenti per l’infanzia, riso, biscotti, sughi, pelati ecc… Il ricavato verrà distribuito a quasi 9 mila strutture caritative a cui si rivolgono le tante persone che non ce la fanno. In soli 7 anni è quasi triplicata la povertà assoluta in Italia, un dato che sollecita un gesto di solidarietà. Al microfono di Adriana Masotti, il presidente del Banco Alimentare, Andrea Giussani:

R. – Sì, purtroppo ci sono dei grandi numeri nella povertà: si contano sei milioni di persone in povertà assoluta, cioè di persone che con il proprio reddito non riescono a sostentare i beni necessari minimi per vivere, quindi alimenti, vestiario, casa; questo significa una persona su dieci. Per dare un’idea: noi camminiamo per le strade di una delle nostre città, contiamo le persone, l’undicesima si trova in condizioni di povertà assoluta. Di questi sei milioni, quattro sono i cosiddetti “poveri alimentari”, per i quali la povertà è sostanzialmente quella di non avere da mangiare; oggi non sanno se domani avranno un pasto completo. Quindi un vero oceano di bisogno. La colletta serve non certo a risolvere, ma ad intervenire su questa realtà.

D. - Un milione tra i poveri assoluti sono bambini …

R. - È proprio così. Questo è anche il motivo per cui noi chiediamo e consigliamo ai consumatori, per esempio, di donarci con la spesa di oggi degli alimenti per l’infanzia, perché, come si può capire, è un’età, un momento, in cui l’alimentazione è fondamentale per una crescita in tutti i sensi.

D. - Cinque milioni e mezzo circa sono stati i donatori l’anno scorso, nonostante la crisi, novemila le tonnellate di cibo raccolte. Le attese di quest’anno?

R. - La speranza è di raggiungere almeno lo stesso risultato e magari di superarlo. Su cosa si fonda questa speranza? Oltre che su un fattore di generosità, su un fattore di maggior consapevolezza degli italiani, oggi, di questo dramma della povertà alimentare e quindi forse anche il convincimento a donare un po’ di più. Noi abbiamo fatto la nostra parte cercando di aumentare - e riuscendoci parzialmente - il numero dei punti di vendita in cui proponiamo questa spesa in più.

D. - Ci può dire come funziona la distribuzione del cibo raccolto? A chi andrà?

R. - Nella nostra attività ordinaria abbiamo novemila strutture caritative convenzionate alle quali durante l’anno consegniamo gli alimenti che noi recuperiamo dalle aziende che producono eccedenze di produzione. Il giorno della colletta e nei due o tre mesi successivi redistribuiamo gli alimenti di oggi alle stesse strutture caritative: Caritas, parrocchie, San Vincenzo, Sant’Egidio, … che ricevono ancora di più. Possiamo dire che in questi mesi ricevono l’esito della colletta che permette una maggiore varietà di prodotti ed alimenti perché sono quelli donati secondo la creatività di ognuno.

D. - Un’occasione, la Giornata della colletta alimentare, per lanciare un messaggio a tutti, valido per tutti i giorni dell’anno, cioè quello di contrastare gli sprechi …

R. - Contrastare gli sprechi da una parte, quindi un’educazione al consumo un po’ più attenta alle date, alla scadenza, al modo di fare acquisti, ma dall’altra un’educazione al cibo in assoluto, perché il cibo è uno di quegli elementi in cui si vede di più il dono. Il cibo è l’esito del dono della natura, del dono di chi lo cucina. Allora, perché non soffermarsi ancora più attentamente a ridonarlo a chi ne ha bisogno, invece di disperderlo nello spreco?








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