2014-12-07 14:41:00

Cala prezzo petrolio. Quadio Curzio: rallenta crescita economica


Si indebolisce il prezzo del petrolio. Il costo del barile in questi giorni è sceso sotto i 70 dollari. La spinta al ribasso deriverebbe dal rialzo del dollaro e dalla concorrenza dell’Arabia Saudita, che è riuscita a imporre all’Opec il mantenimento degli attuali livelli di produzione internazionale. Sull’argomento, Elvira Ragosta ha intervistato l’economista Alberto Quadrio Curzio:

R. – La ragione è che le crescita economica mondiale è molto rallentata ed in particolare quella europea è vicina ad una situazione di stazionarietà; nel contempo la crescita degli Stati Uniti accelera, ma la produzione di gas e di petrolio negli Stati Uniti sta aumentando a ritmi molto forti: dunque la domanda di quel Paese che era un forte acquirente di petrolio è praticamente crollata, in quanto le fonti interne stanno portando il Paese stesso verso l’autosufficienza.

D. – Quali possono essere i risvolti geopolitici, considerando anche che l’Arabia Saudita - in sede Opec - ha ottenuto il mantenimento dei livelli di produzione?

R. – La scelta dell’Arabia Saudita è strategica, perché mantenendo la produzione e quindi premendo per dei prezzi bassi è ben vero che al presente i Paesi produttori si trovano in condizioni di minori guadagni, ma è altrettanto vero che rendono difficile anche la vita dei produttori americani: se i prezzi internazionali rimangono bassi, molte di queste piccole imprese nate negli Stati Uniti per estrarre lo shell-gas e lo shell-oil non riusciranno a coprire i costi di produzione. Quindi l’Arabia Saudita punta a ridurre la capacità di approvvigionamento autonomo di energia degli Stati Uniti, tenendo i prezzi bassi. E penso che sia un braccio di forza abbastanza importante, i cui esiti si vedranno nei prossimi anni – non certo subito! - e si vedranno soprattutto circa la capacità di tenuta di tutti i piccoli produttori americani.

D. – Se il prezzo del barile cala e la produzione resta stabile a livello mondiale, perché in Italia il costo dei carburanti non diminuisce?

R. – E’ la domanda che ci facciamo tutti! Sappiamo che l’incidenza della parte di tassazione sul prezzo del carburante è un’incidenza prevalente e quindi la stabilità o il ribasso molto moderato dei prezzi dipende proprio da questa composizione. Naturalmente è altrettanto vero che in un momento in cui le compagnie petrolifere si trovano, esse stesse, in condizioni non particolarmente favorevoli, una tendenza a ribassare i prezzi non è marcata, anche perché il ribasso dei prezzi non determinerebbe un aumento della domanda di carburante per il semplice fatto che la recessione economica impedisce un aumento di domanda al ribassamento dei prezzi. Quindi da un lato la tassazione, dall’altro una domanda che andrebbe ad aumentare abbassando i prezzi determina questa situazione di sostanziale stazionarietà dei prezzi del carburante.








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