2014-12-09 16:00:00

La visita del Papa all'Immacolata in Piazza di Spagna


Una tradizione cara al Papa e ai romani. Nella visita alla Statua dell’Immacolata in Piazza di Spagna, preceduta da una sosta nella Basilica di Santa Maria Maggiore, come annunciato all’Angelus, Papa Francesco ha voluto venerare la Vergine con una preghiera composta da lui stesso. Presente il sindaco capitolino, Ignazio Marino, salutato con cordialità dal Pontefice. Toccante il saluto con i fedeli presenti, in questa festa che, come ha detto il Pontefice, ci conduce al Natale di Gesù, ma in modo "controcorrente" rispetto a un certo modo di intendere la festa. Il servizio di Giancarlo La Vella:

L’atto di venerazione alla Vergine Immacolata è vissuto da Papa Francesco con intenso raccoglimento. Un clima particolarmente sentito dai fedeli che in tanti sono interventi all’evento. Per l’occasione, il Santo Padre ha recitato ai piedi dell’alta statua dell’Immacolata in Piazza di Spagna una preghiera scritta di suo pugno. Francesco parla a nome della Chiesa che è in Roma e nel mondo intero e del grande conforto che tutti riceviamo nel sapere che la nostra Madre è totalmente libera dal peccato:

“Sapere che su di te il male non ha potere, ci riempie di speranza e di fortezza nella lotta quotidiana che noi dobbiamo compiere contro le minacce del maligno”.

Una lotta, questa, ricorda il Papa, in cui non siamo soli. Da peccatori possiamo contare, in quanto suoi figli, sulla amorevole maternità di Maria, così come voluto da Gesù, prima di morire sulla Croce. Papa Francesco invoca poi la protezione della Madonna per le famiglie, per la città di Roma e per il mondo intero:

“La potenza dell'amore di Dio, che ti ha preservata dal peccato originale, per tua intercessione liberi l'umanità da ogni schiavitù spirituale e materiale, e faccia vincere, nei cuori e negli avvenimenti, il disegno di salvezza di Dio”.

Infine, Francesco mette in evidenza lo stretto collegamento tra la ricorrenza dell’Immacolata e le imminenti festività natalizie:

“In questo tempo che ci conduce alla festa del Natale di Gesù, insegnaci ad andare controcorrente: a spogliarci, ad abbassarci, a donarci, ad ascoltare, a fare silenzio, a decentrarci da noi stessi, per lasciare spazio alla bellezza di Dio, fonte della vera gioia”.

A conclusione della celebrazione, toccante il saluto del Papa ai tanti ammalati intervenuti e, prima di rientrare in Vaticano, ancora un caloroso saluto alla folla di fedeli. 

Decine di migliaia dunque i fedeli che hanno gioiosamente invaso Piazza di Spagna per poter incontrare Papa Francesco in visita alla statua dell'Immacolata. Ascoltiamo alcuni commenti raccolti da Marina Tomarro:

R. – Una festa bellissima, secondo me. È la prima volta che io sono qui a Roma, città che ci porta a pensare alla Vergine Maria, che ha un ruolo molto, molto importante nella storia, è la nostra Madre. Questa festa sicuramente ci dà moltissima speranza.

R. – Ci dà un sorriso e ci ha sempre accompagnato nei momenti più difficili. E’ un punto di riferimento.

D. – Il Papa nella sua preghiera alla Vergine Maria, in occasione dell’Immacolata, chiede appunto alla Madonna di darci la forza di essere controcorrente, di trovare il coraggio…

R. – Andare controcorrente significa seguire la realtà del Vangelo. Chi pratica il Vangelo, certamente, nella nostra società odierna, va controcorrente. E’ secondo me, quindi, un modo di chiederci di vivere il Vangelo.

R. – Prima di tutto, ci vuole tanto coraggio, tanta disponibilità da parte di ognuno di noi e poi bisogna non aver paura di essere delle persone autentiche, non aver paura di credere che il Signore opera in ognuno di noi.

R. – Secondo me, è proprio una lotta in questo mondo, che oggi è molto, molto complicato, molto, molto difficile. La società ci dice di essere autosufficienti, di non dipendere da nessuno… Lì, invece, c’è proprio questo bisogno di fermarci un po’ e accettare veramente il fatto che non siamo creati per stare da soli. Andare controcorrente vuol dire andare insieme.

D. – Il Papa durante l’Angelus ha invitato a diventare dono gratuito verso gli altri. Cosa vuol dire questa sua esortazione per lei?

R. – Basterebbe pochissimo per essere il dono per qualcuno. Bisognerebbe solo spendere cinque minuti, dieci minuti del proprio tempo, e rendersi utile agli altri, senza fare chissà quanto e spendere chissà cosa.

R. – Bisogna aiutare le persone che sono rimaste più indietro, quelle persone che veramente, di questi tempi, hanno perso il lavoro. Se possiamo dare una mano, la dobbiamo dare.

R. – Essere disponibili verso tutti. Aiutare in qualsiasi momento e occasione e dare aiuto e conforto a chi veramente ne ha bisogno, perché in questo periodo ce ne sono tanti.








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