2014-12-11 14:17:00

Mafia Capitale, legami 'ndrangheta-coop. Intervista a Ciconte


Ancora due arresti nell'inchiesta Mafia Capitale. In manette sono finiti Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, entrambi per associazione di tipo mafioso. Una terza persona è stata perquisita. Sono accusati di aver assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite tra l’organizzazione romana  e la 'ndrangheta. Intanto sui presunti soldi portati in Argentina dall’ex sindaco Gianni Alemanno, il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ha detto che “non c’è riscontro”. E in una nota Alemanno comunica di aver dato mandato ai suoi legali di svolgere querela per diffamazione nei confronti del sindaco Ignazio Marino per le affermazioni rilasciate ieri pubblicamente. Marino, a proposito dell’inchiesta in corso, aveva dichiarato che "l'impianto criminale nasce nella destra di Alemanno". Il servizio di Alessandro Guarasci:

Roma, Latina e Vibo Valenzia le tre province interessate dal nuovo filone dell’inchiesta “Mafia Capitale”. L’ndrangheta cercava di mettere le mani sull'appalto per la pulizia del mercato Esquilino, a Roma, in cambio della protezione in Calabria alle cooperative di Buzzi. Proprio a Buzzi oggi sono state sequestrate altre due strutture del valore di 15 milioni di euro.

Per il procuratore capo di Roma Pignatone nella Capitale non c’è un’unica associazione mafiosa, e non c’è una struttura rigida che controlla il territorio. Presto seguiranno altre operazioni. Il sociologo esperto di ‘ndrangheta Enzo Ciconte non è sorpreso delle collusioni emerse oggi

R. – La ’ndrangheta era presente con gli esponenti apicali della Banda della Magliana, e la ‘Ndrangheta è presente a Roma ormai dagli anni ’60. Ha insediamenti forti sia nella capitale sia nell’hinterland, in alcune realtà del Lazio, insediamenti per cui qualche anno fa era venuta alla ribalta la richiesta di sciogliere al comune di Fondi … La ‘Ndrangheta è presente nel centro cittadino avendo acquistato i maggiori negozi di abbigliamento, bar, ristoranti nel cuore di Roma: davanti a Palazzo Chigi e in altri posti di pregio della capitale. Quindi, assolutamente nessuna sorpresa.

 D. - Il fatto che però vi siano collegamenti con le cooperative, secondo lei, che cosa denota? C’è un “salto di qualità”, anche di “raffinatezza”, nel modo di fare malaffare?

 R. – La ‘Ndrangheta ha sempre avuto questa capacità di rapportarsi con tutti. Si è rapportata con i fascisti, durante il periodo in cui c’era Freda e c’era il “Boia chi molla” a Reggio Calabria. Aveva votato per il partito comunista, aveva eletto sindaci comunisti, all’indomani della Seconda Guerra mondiale. Diversamente da “Cosa Nostra”, non ha mai avuto imbarazzo ad avere rapporti con altre persone diverse da quelle del potere puro, che all’epoca era rappresentato dalla DC. Quindi, il fatto che abbia avuto e abbia rapporti con il mondo della cooperazione non è altro che lo sviluppo di quella linea: cioè, la ‘Ndrangheta fa affari con tutti, va a destra, va a sinistra, va al centro, va dovunque ci sia la possibilità di fare affari. Il problema è che questi devono impedire che arrivino i mafiosi, questo è il punto vero della realtà della società: non c’è più niente di impermeabile.








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