2014-12-15 15:01:00

Le Ville Monterchi prepara il Presepe vivente, 250 i figuranti


Animali veri, scenografie tridimensionali, 250 figuranti: il presepe vivente di Le Ville Monterchi, in provincia di Arezzo, ha soli 10 anni ma è già uno dei più curati e apprezzati della Valtiberina. Quest’anno andrà in scena il 26 e il 28 dicembre, e poi il primo, 4 e 6 gennaio. L’ingresso è libero e il ricavato delle offerte sarà devoluto in beneficienza. Al microfono di Corinna Spirito, ne racconta di più Claudio Casacci, responsabile delle scenografie per l’Associazione “Venite Adoremus” che si occupa dell’allestimento:

R. - Il presepe vivente di Le Ville di Monterchi si snoda su un percorso lungo circa un chilometro e quest’anno è costituito da 57 quadri viventi. All’interno del presepe, abbiamo l’area romana con la dimora del governatore di allora, Plinio, poi nella parte alta del paese l’area giudea con il tempio dei sommi sacerdoti, la reggia di Erode. Quest’anno, come novità, abbiamo la gestione della Piazza del Mercato e abbiamo ristrutturato la Strada dei Mestieri. Dal paese ci si inoltra poi nell’area limitrofa, l’area boscata, dove ci sono i quadri più suggestivi: dai pastori, alla natività, ai cordai, il granaio… Poi come quadro di punta abbiamo la Valle dei lebbrosi per ricordare un po’, dal  punto di vista cristiano, che comunque ognuno di noi debba riprendere, alla luce della natività di Gesù, la propria Croce sulle spalle e quindi ricordare anche la sofferenza. Chiudiamo il percorso con L’Oasi dei Magi, un quadro importante che sfruttavamo solo nel giorno dell’Epifania con il corteo; abbiamo voluto inserirlo per tutte e cinque le rappresentazioni. Il nostro presepe è tutto su fiaccolata. I figuranti sono 250 e i commenti delle edizioni passate sono più che lusinghieri. Siamo contenti, anche perché tutto il ricavato lo manderemo in beneficenza; tratteniamo la cifra presunta per far ripartire la macchina presepeale l’anno successivo. Una prima beneficenza chiaramente la facciamo durante il presepe perché l’ingresso è libero.

D. - Come vivono gli abitanti di Le Ville questa tradizione?

R. - La vivono molto bene, a parte lo scetticismo iniziale delle prime edizioni. Ora sono tutti entusiasti e per loro è una grande festa. Dobbiamo ringraziare chi comunque mette a disposizione le proprie abitazioni, perché, da questo punto di vista creiamo anche disagio, però c’è una bella unione in questo.

D. - Come è cambiato il presepe in questi dieci anni?

R. - Da un percorso che si snodava su circa 500 metri, sono state costruite strutture importanti che tra l’atro sono fisse, quindi a dimora, nella parte della campagna. I primi anni si cominciava a lavorare addirittura da giugno, poi chiaramente vengono fatti lavori di manutenzione sulle strutture a dimora. Partiamo comunque verso settembre.

D. - Durante le rappresentazioni vengono raccolte delle offerte da destinare alla beneficenza. A chi saranno devolute quest’anno?

R. - Non abbiamo un progetto specifico. Come tutti gli anni dopo il presepe, sono tante le richieste  che arrivano da associazioni bisognose. Le valutiamo pensando di devolvere al meglio il ricavato a chi ne avrà bisogno. Abbiamo aiutato anche abitanti del posto che si sono trovati in difficoltà; abbiamo aiutato anche il nostro Comune, abbiamo gestito il nuovo parco giochi per il plesso scolastico; abbiamo aiutato i terremotati de L’Aquila.

D. - Perché il presepe vivente di Le Ville è uno dei più grandi e curati della zona?

R. - Forse anche l’ingenuità dei primi anni che ci ha portato a volere migliorare, a studiare con pubblicazioni, tramite Internet,per cercare di renderlo il più vero possibile agli occhi del visitatore.








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