2014-12-15 08:31:00

Scontri e tensioni in Messico tra polizia e manifestanti


Scontri e tensioni in Messico tra polizia e manifestanti in occasione di un concerto a sostegno delle ricerche dei 43 studenti scomparsi da settembre. Intanto, trapelano nuovi inquietanti elementi sulla vicenda grazie ad alcune inchieste giornalistiche, mentre il governo del premier Peña Nieto si trova sempre più in difficoltà. Adele Lapertosa:

Non accenna a diminuire la tensione in Messico in merito alla vicenda dei 43 studenti scomparsi dal 26 settembre, che secondo la versione ufficiale sarebbero stati rapiti dalla polizia locale e consegnati ai narcotrafficanti del gruppo Guerreros Unidos che li avrebbero uccisi e bruciati. All'alba di domenica infatti, a Chilpancingo, capitale dello stato di Guerrero dove è avvenuta la strage, ci sono stati scontri tra la polizia federale, gli studenti della scuola normalista di Ayotzinapa, e i professori del Coordinamento statale dei lavoratori dell'educazione di Guerrero, mentre questi stavano collaborando all'organizzazione di un concerto a supporto delle ricerche dei 43 desaparecidos. Almeno una quindicina le persone ferite, di cui tre gravi, e quattro i poliziotti sequestrati, poi rilasciati. Dopo gli scontri uomini incappucciati hanno incendiato due auto della polizia.

Intanto trapelano nuovi elementi sulla vicenda. Due inchieste giornalistiche, una dell'università di Berkeley e una del settimanale messicano ‘Proceso’, dimostrano, sulla base di testimonianze, video, documenti inediti e dichiarazioni giudiziali che la Polizia federale partecipò attivamente e direttamente all'attentato, con la collaborazione dell'esercito. Sempre secondo testimonianze raccolte da media locali, il governo del presidente Pena Nieto, tramite alcuni funzionari, avrebbe tentato nel mese di novembre di porre fine alla ricerca dei ragazzi, offrendo denaro ai familiari delle vittime, ma senza successo. I genitori dei ragazzi hanno infatti detto che non accetteranno denaro, perchè vogliono i loro figli indietro vivi. La vicenda sta infatti mettendo in seria difficoltà, in Messico e all'estero, il premier Peña Nieto. La scorsa settimana infine l'associazione Amnesty International ha chiesto al procuratore generale del Messico verità e giustizia sulla scomparsa degli studenti, e presentato una petizione firmata da 120mila persone di otto paesi, con le foto dei 43 studenti installate sul monumento della rivoluzione messicana nella capitale. 








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