2014-12-15 13:01:00

Sud Sudan: Messa di suffragio per le vittime e per la pace


Una preghiera di suffragio per le vittime della guerra civile e per la pace nel Paese è stata celebrata oggi, nella cattedrale di Juba, capitale del Sud Sudan, ad un anno dalla scoppio della guerra civile che, secondo stime dell’International Crisis Group, ha provocato almeno 50.000 vittime, per lo più civili, un numero che secondo altri osservatori andrebbe raddoppiato.

La Messa è stata presieduta da mons. Paolino Lukudu Loro, arcivescovo di Juba, che in un messaggio pervenuto all’agenzia Fides, ha lanciato un nuovo appello alla pace e alla stabilità nel Paese, invocando l’aiuto di Dio. 

“Il potere è un umile dono di servizio al popolo di Dio, attraverso la voce del popolo, per un periodo di tempo determinato, non per sempre", ha detto mons. Lukudu Loro. Parole, le sue, precedute da un monito a “non sopravvalutare il significato del potere” e a “non abusarne”. Il riferimento è ai dirigenti politici corresponsabili del conflitto, anzitutto il Presidente Salva Kiir e il suo ex vice Riek Machar, tuttora incapaci di garantire il rispetto di un accordo di tregua e di formare un governo di unità nazionale.

La crisi sud-sudanese è infatti esplosa esattamente un anno fa. Il 15 dicembre 2013 a Juba si sono infatti avuti i primi scontri tra reparti militari, rispettivamente fedeli al Presidente Salva Kiir e all’ex vice Presidente, Riek Machar.

Il conflitto si è poi esteso a diverse aree del Paese, assumendo una caratterizzazione etnica, coinvolgendo le due principali etnie del Paese, i Dinka (ai quali appartiene il Presidente Kiir) e i Nuer (l’etnia di Machar). Oltre alle vittime e ai feriti, la guerra ha provocato l’esodo di 2 milioni di persone e la paralisi economica del Paese, al punto che su 12 milioni di abitanti, circa la metà dipende per la propria sopravvivenza dagli aiuti internazionali.

Per dare un nome alle vittime, alcuni attivisti e gruppi religiosi hanno dato origine al progetto “Naming Those We Lost” che finora ha identificato 572 morti: i primi sono quelli di un bambino di 14 mesi e di una signora di 105 anni. L’Unicef ha denunciato infine il reclutamento, da parte delle varie fazioni, di 12mila bambini soldato. Nonostante diversi tentativi di pace, la crisi non è ancora risolta. (R.P.) 








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