2014-12-16 16:52:00

Carmelo Musumeci, l'ergastolano che vuole incontrare il Papa


Carmelo Musumeci è un ergastolano che nel 2007 volle incontrare don Oreste Benzifondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, per chiedergli di appoggiare la sua lotta contro il carcere a vita come forma di detenzione ingiusta. Nell’ottobre del 1991 era stato arrestato come capo di una banda che gestiva i traffici malavitosi in Versilia. Oggi, entrato nel ventiquattresimo anno di ergastolo ostativo, Carmelo spera di incontrare Papa Francesco in Vaticano, nell'udienza del prossimo 20 dicembre dedicata alla Comunità Papa Giovanni XXIII. Il 23 ottobre scorso, il vescovo di Roma, ha infatti definito l'ergastolo 'una pena di morte nascosta'.

"Carmelo - spiega Nadia Bizzotto, referente servizio carceri per la Comunità fondata da don Benzi -  durante la permanenza in carcere si è laureato, ha pubblicato numerosi libri e oggi gestisce un sito internet. E' diventato il portavoce degli altri ergastolani che non hanno il suo carisma. Più di cento ergastolani, sui 1.100 detenuti nelle carceri italiane, che sono in carcere da oltre trent'anni". "Abbiamo deciso di portarlo con noi all'udienza perché consideriamo cruciale la battaglia contro il carcere a vita e ci si è aperto il cuore quando abbiamo ascoltato le parole del Papa", spiega la Bizzotto. "Ma tutto dipende dalla decisione del Tribunale di sorveglianza competente". 

"Consentire a Carmelo di abbracciare Francesco - aggiunge - sarebbe un segno grande dei tempi che cambiano. Il segno di una Chiesa misericordiosa che sa abbracciare anche chi ha commesso errori gravi, ma non per questo deve essere escluso dalla comunità ecclesiale e dalla società". "Noi della Comunità Papa Giovanni XXIII siamo contro l'ergastolo. Perché non si può dire a una persona: 'io ti butto via per sempre'. Dire a una persona che non sarà mai libera significa infliggere una pena contraria al senso cristiano, una pena disumana", aggiunge Nadia Bizzotto.

Carmelo Musumeci sostiene addirittura che l'ergastolo sia una pena peggiore della pena di morte. "Quando sei condannato ad essere 'colpevole' per sempre, sai che nessuno ti darà mai una possibilità di recupero e morirai lì dentro, è come se ti infliggessero una pena di morte al rallentatore. 'Mi devono far vivere finché morirò'. E si tratta di una pena vendicativa", commenta la Bizzotto. "L'uomo non è il suo errore, diceva don Benzi. E quando un uomo come Carmelo capisce il male che ha fatto, ogni giorno che trascorre in carcere è un bene che manca all'umanità. Perché è il perdono la nostra migliore vendetta".        








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