2014-12-17 14:52:00

Successo di audience per i 10 Comandamenti di Benigni


Grande successo di pubblico per le due serate di Roberto Benigni su Rai Uno dedicate ai 10 Comandamenti. Oltre 20 milioni, in totale, i telespettatori nei due appuntamenti di lunedì e martedì. Antonella Palermo ha raccolto i commenti di don Germano Galvagno, biblista alla Facoltà teologica di Torino, del padre gesuita Gaetano Piccolo, docente di filosofia alla Gregoriana, e del pastore valdese Paolo Ricca, ai cui testi si è ispirato largamente Benigni:

D. - Don Germano Galvagno, quale la sua riflessione?

R. – Partivo da un pregiudizio positivo nei confronti di Benigni, ero certo che non avrebbe venduto un prodotto casuale. Ho apprezzato molto tutto il lavoro a monte perché si intravedeva nella prima serata, presumo anche nella seconda, un grosso lavoro di riflessione e di preparazione. Questo l’ho apprezzato, come anche la sua ars poetica nel presentare tutto questo e nel coinvolgere in tutto questo.

D. – Padre Gaetano Piccolo, ha qualche perplessità?

R. – Sicuramente nessuno vuole mettere in dubbio il genio e l’estro di Benigni e sicuramente il grande merito è di aver parlato di vita spirituale in prima serata, quindi con un’audience incredibile. L’osservazione che io faccio è che l’immagine che è emersa della Chiesa è quella di un’organizzazione che in qualche modo ha volutamente manipolato il dato biblico e quindi ha rielaborato  per suo interesse aspetti di questo decalogo che invece andrebbe riportato alla sua purezza originaria. Quindi, tacendo in qualche modo tutto il percorso biblico che viene fatto e tra l’altro anche tutta la questione dell’elaborazione paolina. Ora, non è che questo venisse chiesto a Benigni ma in qualche modo mi sembra che volutamente sia stato taciuto per proporre i comandamenti come espressione di una religiosità laica. Questo mi sembra il limite, ma comprensibile: cioè, è un’operazione accettabile ma sulla quale però posso fare osservazioni.

D. – Don Germano Galvagno, quale l’utilità di questa operazione: a chi è servita principalmente?

R. – Penso sia servito a tutti. Poter dire che il parlare di Dio, dell’anima, della libertà, della vita, non sono temi da rimuovere, non sono temi pesanti e noiosi… Certo, ci vuole una capacità artistica e comunicativa straordinaria ma c’è qualcosa che interessa e c’è una credibilità che è legata all’artista ma l’artista ha avuto il coraggio di mettere in gioco temi grandi. In questo momento all’Italia può far bene respirare un orizzonte più grande rispetto ai problemi che pure sono notevoli e ci sono.

D. – Paolo Ricca, si è trattato di evangelizzazione?

R. – Ma sì, assolutamente. Di prima qualità, di prima qualità, proprio per la qualità del commento e, come ripeto, per il fatto che lui ha messo in luce l’aspetto evangelico: cioè, che questi Comandamenti sono una benedizione, una benedizione per l’umanità, una benedizione per le singole persone che vogliono cercare di metterli in pratica, sono una benedizione sia per chi crede e si affida a Dio, sia per chi, anche senza riferirsi a Dio, vuole vivere degnamente, vivere bene, non soltanto per sé ma anche per il prossimo. E quindi Benigni ha saputo collegare le due cose in maniera molto delicata, molto fine, molto bella, e ha restituito i Comandamenti alla loro vera natura: sono guide, indicazioni di  un cammino, sono come cartelli stradali che ti dicono che se vuoi arrivare a una certa meta devi seguire questa strada.








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