2014-12-19 14:50:00

Mons. Zenari: mamme e bimbi, in Siria è strage di innocenti


Entro il 2015, secondo l’Unicef, saranno più di 8 milioni e 600 mila i minori siriani vittime del terrorismo dell’Is e della guerra civile che in quasi quattro ha causato oltre 200 mila morti. Il nunzio apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari, ha paragonato questo scenario alla strage degli innocenti del Vangelo. Corinna Spirito lo ha raggiunto telefonicamente a Damasco, per commentare la difficile situazione dei bambini siriani:

R. – Sono quelli che soffrono di più. Generalmente, assieme anche alle loro mamme, sono la parte più debole di questo conflitto. Nei prossimi giorni sentiremo il Vangelo della strage degli innocenti e veramente qua si ha sotto gli occhi questa pagina del Vangelo: ecco la strage degli innocenti e direi di tantissimi civili e soprattutto di questi bambini innocenti. Mi sembra ancora sia attuale quel lamento di cui riferisce il Vangelo di Matteo, citando il profeta Geremia: questo lamento grande di Rachele che piange i suoi figli e che non vuole essere consolata… Ecco, potremmo mettere al posto di Rachele la Siria, che piange i suoi figli, che non sono più quelli che sono morti, soprattutto i bambini, e quelli che non sono più perché quei milioni, 3-4 milioni, hanno dovuto prendere la via dei Paesi vicini… Questa strade degli innocenti è una pagina del Vangelo che la Siria sta vivendo.

D. – Ricordiamo che c’è una doppia minaccia per i siriani: da una parte il terrorismo dell’Is, ma anche la guerra civile...

R. – Io non mi stanco di dirlo: il terrorismo, questo Is, è venuto ad aggiungersi e potremmo dire quasi che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una goccia terribile! Sappiamo delle atrocità… Però, è già ormai da quasi quattro anni che questo vaso di distruzione, di morte, di terribili sofferenze è pieno. Quindi, colpisce il terrorismo, ma continua a colpire anche questo conflitto civile di cui si stenta a vedere la fine.

D. – Tempo fa ci aveva detto che era necessario trovare una soluzione globale che fosse coraggiosa e non palliativa. Ci sono state evoluzioni in questo senso?

R. – Direi che questo conflitto evolve continuamente. Se penso ai primi giorni… Purtroppo, quando si arrivava a dei crocevia, si è presa la strada sbagliata. Direi che anche se è stato alle volte, forse sarà una impressione, confinato di più in alcune zone del Paese, però io quello che vedo è che c’è una bomba che sta scoppiando e che colpisce tutta la popolazione e questa bomba è la conseguenza della guerra, è la bomba della povertà. Una povertà crescente e una povertà che si fa sentire soprattutto in questi giorni, in cui è cominciato l’inverno. Una insidia quest’anno, non solo la fame e altre privazioni, ma direi anche il freddo che sta colpendo tantissima gente. Un freddo da cui non ci si può difendere, perché manca il combustibile o se lo si riesce a trovare, lo si trova a prezzi esorbitanti che la gente non può permettersi. Tante case sono distrutte, le porte e le finestre non chiudono e quindi tantissima gente in questi mesi, oltre alle privazioni del cibo e dei medicinali, ha anche questa bomba del freddo che colpisce tutti quanti. C’è della gente che è ancora sotto la pioggia di bombe, di mortaio o di cannonate, quelli stanno ancora peggio… Però, tutti sono sotto questa esplosione di questa bomba, ripeto, che è una generale povertà che va crescendo.








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