2014-12-19 14:19:00

Ovuli brevettati. Carrasco de Paula: manca etica comune in Ue


Un pronunciamento della Corte di giustizia europea ha stabilito ieri che un ovulo umano manipolato, ma non fecondato, può essere brevettato a fini industriali e commerciali, sulla base del fatto che non è qualificabile come “embrione”. Per la Corte, un ovulo attivato per partenogenesi - che consiste nell'attivazione di un ovocita, in assenza di spermatozoi, attraverso un insieme di tecniche di laboratorio - che abbia iniziato un processo di sviluppo non va considerato come un embrione. Esso potrà dunque essere utilizzato con scopi commerciali, al fine di sperimentazioni e ricerche, potrà essere comprato e venduto e sarà possibile richiedere il brevetto per i prodotti di ricerca ottenuti usando tale materiale biologico.

Con l’ultima sentenza, la Corte Ue ha in parte ribaltato un pronunciamento del 2011, quando i giudici comunitari avevano stabilito che la nozione di embrione umano comprendeva “gli ovuli umani non fecondati”. La nuova sentenza parte da un ricorso presentato da una multinazionale inglese, sul quale è intervenuta anche l'Alta Corte di giustizia del Regno Unito, che ha chiesto ai giudici Ue di stabilire se tutti gli ovuli siano in grado di evolversi in essere umano. Col pronunciamento, sul quale comunque dovranno pronunciarsi i singoli Stati membri, la Corte Ue ha chiarito che tale evoluzione non è automatica. Spaccata la comunità scientifica. Ascoltiamo mons. Ignacio Carrasco de Paula, presidente della Pontificia accademia pro vita, intervistato da Giada Aquilino:

R. – Questa sentenza mi sembra una notevole semplificazione, perché non è semplicemente il fatto che non si tratti di un embrione e, per questo, possa essere tout court brevettabile e oggetto di vendita. Basta pensare, per esempio, alla donazione dei reni o di altri organi per i trapianti: ovviamente non sono embrioni, eppure non è assolutamente consentito - almeno che io sappia - in alcuna etica seria e in medicina la vendita di questi organi. Ciò si può rivelare un po’ pericoloso, perché successivamente questa valutazione potrebbe essere estesa ad altri campi che sono estremamente sensibili in modo particolare nella nostra epoca, in questi momenti. Della questione, quello che a me colpisce è l’esempio concreto di questa possibilità - perché è possibile farlo - che con un ovulo, con determinati stimoli, effettivamente si inizi apparentemente un cammino di produzione di un essere umano. La parola “manipolato” mi sembra abbastanza opportuna, perché vuol dire che non si prendono ovuli allo stato naturale, sui quali si sta facendo ricerca o una cosa simile. Ovviamente tutto questo risponde ad un’etica che è fondamentalmente di profitto ed è veramente molto pericoloso.

D – C’è il rischio che, in teoria, si incrementi il commercio illegale di ovociti?

R. – Questo mi pare evidente. Speriamo di no, però senz’altro è uno stimolo molto forte. A me sinceramente preoccupa che una sentenza di questo tipo arrivi così, senza che ci sia stato neanche un dibattito: non dico in ambito parlamentare, ma almeno in ambito pubblico, perché sull’argomento sono interessate tutte le persone e, in primo luogo, la classe medica.

D. – Nel 2011 la Corte di giustizia europea aveva dichiarato che l’uso di cellule staminali ed embrionali per la ricerca scientifica non può essere brevettato per motivi di dignità umana. Questa sentenza cosa implica?

R. – Esattamente implica che non c’è, che manca in Europa una linea etica di fondo! E si vive così: ogni problema viene trattato a sé. Questa è una cosa veramente preoccupante! Se c’è una politica economica comune, ci dovrebbe essere un’etica almeno sui punti essenziali, quelli che toccano proprio l’intimità e la dignità dell’essere umano.

D. – Papa Francesco a Strasburgo ha parlato dell’impegno dell’Unione Europea nel favorire il rispetto della dignità della persona, poiché - ha detto - ci sono situazioni in cui gli esseri umani sono trattati come oggetti. Potrebbe essere questo il caso?

R. – È diventato il caso: d’ora in poi ovuli che siano stati manipolati per qualche motivo diventano un oggetto, si possono comprare e si possono vendere. Pertanto si è imboccata una via che non sappiamo dove finirà. Il nostro impegno principale rimane la difesa della vita umana e della sua dignità. E dignità significa fondamentalmente questo: una cosa è degna, perché non è un oggetto, non ha un prezzo, non può essere venduta o comprata. E questa è una cosa molto, molto seria. Il Santo Padre si è riferito - anche se in un altro contesto, ma sono problemi un po’ simili - alla schiavitù: effettivamente e disgraziatamente i nostri fratelli e sorelle che sono schiavi hanno un prezzo, hanno un costo e quindi la loro dignità è stata offesa, assolutamente cancellata. Comunque queste cose vanno guardate credo non solo con buonsenso, ma anche con speranza perché abbiamo tutte le possibilità: se una norma è stata cambiata tre anni dopo, questa possiamo cambiarla forse anche due anni dopo… E non è questione di 2, 3, 4 o 5 anni: dipende da noi che si prenda o si riprenda la strada giusta in argomenti così delicati, come il corpo umano. 








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