2014-12-21 10:24:00

"Emergenza sorrisi" in aiuto di bambini malati


Sono migliaia i bambini affetti da malformazioni facciali, come il labbro leporino, che impediscono loro di sorridere e di alimentarsi normalmente. 316 sono i bambini operati da “Emergenza sorrisi” nel 2013, l’ong che realizza operazioni chirurgiche nei paesi più disagiati, come Iraq, Benin e Striscia di Gaza. grazie al loro intervento i bambini sono tornati a sorridere. In questi giorni e fino al 14 gennaio è in corso la campagna di raccolta fondi “Adotta un sorriso” tramite sms al 45502. Il dott. Fabio Massimo Abenavoli, presidente dell’associazione spiega al microfono di Maria Cristina Montagnaro, di cosa si tratta.

R. – E’ un’iniziativa finalizzata a raccogliere i fondi per le prossime missioni, che avremo in particolar modo in Bangladesh, in Benin e in Iraq. Sono tre Paesi dove andiamo con una certa frequenza, per mantenere la nostra presenza e per aiutare i medici a ridare il sorriso ai bambini affetti da deformità del volto, labbro leporino, palatoschisi e altre malformazioni.

D. – Chi volesse partecipare alla vostra campagna di solidarietà, che cosa deve fare?

R. – E’ molto facile. Noi in questi giorni abbiamo proprio la possibilità di inviare un sms – gli sms solidali - al numero 45502. Noi, attraverso questo sms, raccogliamo i fondi che ci serviranno per queste missioni.

D. – Avete operato recentemente due bambini iracheni nelle strutture sanitarie italiane. Com’è andata?

R. – Questo è stato un bel Natale per noi perché, grazie ad una convenzione con il Policlinico Gemelli di chirurgia maxillo facciale, siamo riusciti a portare due bambini con gravissime deformità a labbro e palato, che non potevamo operare in Iraq per le loro condizioni cliniche. Siamo riusciti a portarli con i genitori, li abbiamo operati e in questi giorni sono nel decorso post operatorio. Ritorneranno poi in Iraq.

D. – In Iraq, qual è la situazione che avete trovato?

R. – Noi abbiamo una continuità con questo Paese, che amiamo molto, dove c’è gente – devo dire – meravigliosa, al di là di quello che è il terrorismo, che pure è bandito dalla popolazione irachena ed è sicuramente una fonte di ostacoli al progresso e alla stabilità in questo Paese. E’ un Paese molto orgoglioso, con persone molto disponibili verso gli altri; è un Paese che, in qualche modo, deve ritrovare la propria pace e il proprio sviluppo.

D. – Qual è l’insegnamento che avete raccolto nelle vostre missioni?

R. – E’ un po’ quello di Papa Francesco: la pace e la solidarietà sono due elementi che poi si ricreano all’interno di quella che è la famiglia, la famiglia del mondo, non solo quella di madre e padre. Il mondo infatti deve essere una famiglia all’interno del quale poter vivere, convivere e condividere quelli che sono i bisogni, ma anche le gioie. E’ questo quello che noi facciamo quando andiamo in questi Paesi: condividiamo le loro esigenze, le loro tristezze di avere dei bambini, di avere una società e una situazione sanitaria molto compromessa e viviamo la gioia di ritrovare il sorriso.

D. – Con quali risorse finanziate i vostri interventi?

R. – Con l’sms solidale, con vari eventi e poi ovviamente attraverso la solidarietà delle persone. Noi ovviamente ci mettiamo la faccia come medici, come volontari, che gratuitamente diamo il nostro contributo, la nostra professionalità. Mettendoci la faccia le persone capiscono che questi soldi sono ben investiti e vanno veramente a favore di questi bambini e di queste situazioni precarie.








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