2014-12-22 16:00:00

Obama ammette l’ipotesi lista nera per Pyongyang


Nel braccio di ferro tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord, Obama non nega più l’ipotesi di rimettere Pyongyang nella lista dei Paesi sponsor del terrorismo ma modera i toni, mentre dall’altra parte arrivano vere e proprie minacce. Intanto la Corea del Sud denuncia tentativi di violazioni informatiche anche ai propri siti nucleari e la Cina interviene con parole di condanna per gli hacker. Ci riferisce nel servizio, Fausta Speranza:

"Risponderemo in modo proporzionato, ma si è trattato di un atto di vandalismo cibernetico, non di un atto di guerra". Con queste parole il presidente Usa sembra ridimensionare la tensione scoppiata dopo l’attacco hacker alla Sony Pictures, che l’FBI attribuisce al regime coreano. In ogni caso, Obama ammette ora che Washington può tornare a considerare la Corea del Nord nella lista nera dalla quale era stata cancellata per facilitare i colloqui a sei sul nucleare coreano. Parliamo di 6 anni fa. Da parte sua, Pyongyang, nega responsabilità ma alza invece il tono: minaccia un confronto con gli Usa, in tutte le zone di conflitto, compresi gli spazi di cyber-guerra. Di interessante c’è che si fa sentire la Cina, alleato storico della Corea del Nord: Pechino condanna ufficialmente proprio in queste ore tutte le forme di cyber attacchi anche se non nomina la Sony e la Corea del Nord.  Resta da dire della polemica interna agli Stati Uniti: dopo l’attacco informatico, la Sony Pictures ha bloccato l'uscita di 'The Interview', il film satira sul leader Kim Jong un,. E qualcuno parla di autocensura. 

Per capire la posizione della Corea del Nord e il nuovo ruolo della Cina, Fausta Speranza ha intervistato la professoressa Rosella Ideo, studiosa di storia politica e diplomatica dell'Asia Orientale:

R. – Si tratta un po’ di una  “war of words” - una guerra di parole - come dicono negli Stati Uniti. Cioè a dire che la Corea del Nord ha negato di essere dietro a questo attacco al film, perché qui si tratta di questo famoso “The interview”, il film americano che si prendeva gioco del leader Kim Jong Un: la Sony che l’ha prodotto ha avuto questo hackeraggio violento. Quindi, la Corea del Nord ha negato e noi non sappiamo esattamente cosa sia successo. Sappiamo soltanto che gli Stati Uniti stanno passando dalla politica che chiamavano “la pazienza strategica” a una politica di pressioni sempre maggiori. In questo aiutati anche dalla Cina, che si è dichiarata “contrariata” da questo atteggiamento eventuale dei nordcoreani.

D. – Prof.ssa Ideo, è l’ennesimo passo di distanziamento della Cina dalla Corea del Nord?

R. – Da quando, esattamente un anno fa, è stato giustiziato lo zio di Kim Jong Un, nel giro di pochi giorni – sorprendendo veramente tutti i cinesi stessi, i sudcoreani e quindi tutti i servizi segreti di questo mondo –  la Cina ha indurito decisamente la sua posizione nei confronti della Corea del Nord, tanto è vero che risulta che abbia assolutamente ridotto o negato addirittura quelli che sono i prodotti energetici, che servono alla Corea del Nord per sopravvivere. Da un anno, praticamente, questi rifornimenti non arrivano, etc.. Direi che c’è stato un indurimento della posizione cinese nei confronti di questo alleato che ha sostenuto per un ventennio in termini politici e diplomatici e soprattutto economici. Tra l’altro, non c’è stata alcuna visita di Kim Jong Un, il giovane dittatore, in Cina: cosa, questa, che dà anche un’idea di quelli che sono i rapporti tesi fra questo grandissimo Stato e l’alleato ribelle. Si può definire in questi termini.

D. – Intanto, sullo sfondo ci sono i negoziati a 6 sul nucleare coreano…

R. – Direi che questi negoziati hanno rivelato tutti i loro limiti. Quindi, adesso si cerca di riannodarli e questo faceva soprattutto comodo alla Cina, che era il grande mediatore tra la Corea del Nord e – diciamo la verità – gli Stati Uniti d’America. Gli Stati Uniti si sono resi conto che la Corea del Nord non avrebbe mai abbandonato il nucleare, che è anche logico, perché è l’unica carta i nordcoreani hanno per non essere inglobati o dalla Cina o dagli Stati Uniti, insieme alla Corea del Sud. E tutti si sono resi un po’ conto che questa denuclearizzazione della Corea del Nord non può avvenire, a meno che non ci sia proprio una caduta del governo attuale.








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