Il Messico è diventato il Paese più pericoloso in America Latina dove esercitare il ministero sacerdotale. E’ quanto emerge dal rapporto annuale del Centro Cattolico Multimedia (Ccm) che segnala i sacerdoti, i religiosi e i laici messicani che hanno perso la vita nel Paese , "a causa della loro efficace azione pastorale e del senso di assoluta fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa".
Casi in aumento sotto il governo Nieto
Il rapporto, che fa riferimento ai dati forniti dalla
Conferenza episcopale, presenta l’elenco degli operatori pastorali che hanno perso
la vita in modo violento in Messico dal 1990 al 2014: 1 cardinale, 34 sacerdoti, 1
diacono, 3 religiosi, 5 laici e una giornalista cattolica. Secondo il rapporto nel
corso degli ultimi 24 anni sono stati commessi 47 attentati contro membri della Chiesa
cattolica, di cui 45 sono reati minori e 2 corrispondono a sacerdoti scomparsi di
cui non si ha più alcuna notizia. Esso registra
inoltre un incremento di questi casi durante l'amministrazione dell'ultimo governo
di Enrique Peña Nieto. Solo nel 2014 sono stati commessi 3 omicidi di sacerdoti e
un attentato nei confronti di un laico che accompagnava un sacerdote. Quest'ultimo
è sopravvissuto ad una sparatoria, dopo il fallito tentativo di rapimento.
Due sacerdoti uccisi nello Stato di Guerrero
Negli ultimi 12 mesi, due sacerdoti dell'arcidiocesi
di Acapulco, Guerrero, hanno pagato con la loro vita il sequestro da parte di gruppi
violenti. Un altro sacerdote della diocesi di Atlacomulco, Stato del Messico, è stato
ucciso durante un furto perpetrato nella chiesa di cui era parroco. (L.Z.)
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