2014-12-26 12:56:00

Area euro: economia incerta, presidenza di turno alla Lettonia


Ancora un Natale di crisi in Europa, anche se ci sono diverse velocità tra Paesi del Sud e quelli del Nord Europa. Delle prospettive e della presidenza di turno Ue che dal 1 gennaio spetterà alla Lettonia, Fausta Speranza ha parlato con l’economista Paolo Guerrieri:

R. – Certamente è un altro Natale in cui la situazione economica dell’area europea, ma in particolare dell’area dell’euro, resta molto incerta, nel senso che quella modestissima ripresa - che si era verificata circa all’inizio dell’anno che sta per chiudersi - si è poi gradualmente attenuata e oggi torna l’incertezza. Quindi, al meglio, ci si aspetta una modestissima fase di espansione, ma che cambierà poco, ad esempio circa la disoccupazione e circa dati come questi. Quello che preoccupa di più è che i divari all’interno dell’area dell’euro continuano a consolidarsi e in qualche modo anche ad ampliarsi. Questo naturalmente è molto preoccupante.

D. – C’è il passaggio a livello istituzionale di presidenza di turno tra l’Italia e la Lettonia a fine anno. Che dire di questo Paese simbolo dell’Est europeo che prende la guida?

R. – Un Paese entrato insieme alla Lituania e all’Estonia nell’Unione Europea nel 2004; è un Paese che ha aderito quest’anno all’euro, quindi in qualche modo in controtendenza rispetto a molti che pensano addirittura di uscire dall’euro; è un piccolo Paese ma rappresenta certamente, per la sua vicinanza geografica con la Russia e per essere stato come sappiamo molti anni sotto l’influenza di Mosca, un Paese emblematico dal punto di vista della geopolitica. In parte anche dell’economia, perché, come sappiamo, è uno Stato che tiene molto alla linea del rigore, quindi ha anche sofferto una fase recessiva molto forte insieme ad altri. Da questo punto di vista, dunque, può rappresentare un Paese emblematico. Certamente, dobbiamo poi ridimensionare questa presidenza di turno semestrale. I poteri del presidente di turno sono limitati dal momento che sono state create nuove figure istituzionali, come il presidente del Consiglio europeo stabile. Queste cariche di turno insomma possono incidere in maniera molto marginale.

D. – Ma pur nel limitato ruolo di presidenza di turno, la Lettonia può in qualche modo contribuire nel rapporto di equilibri difficili tra Europa e Russia e quindi nella crisi ucraina?

R. – Certamente giocherà un ruolo in qualche maniera di sollecitazione per l’Unione Europea: perché prosegua a questo punto quella che poi è stata la cosiddetta politica delle sanzioni. E sappiamo che ci sono Paesi all’interno dell’Unione Europea – in testa la Francia – che spingono per un’attenuazione. La Russia di Putin, infatti, non ha per ora mostrato alcun ravvedimento vero e proprio. La Russia ha una crisi molto forte, ma questo non necessariamente può essere in qualche modo la condizione per sperare in un cambiamento di politica aggressiva da parte della Russia di Putin. Quindi, vedremo in qualche maniera una sollecitazione forte, perché si mantenga la politica delle sanzioni, la politica quindi di un confronto anche duro, aspro, verso la Russia da parte dell’Unione Europea. Le difficoltà sono molto forti, perché le divisioni all’interno dell’Europa – lo abbiamo visto nell’ultimo Consiglio Europeo – si sono già manifestate e quindi un piccolo Paese naturalmente potrà poco, ma potrà soprattutto agire in quello che poi è il Paese capofila di questa linea, che come sappiamo è soprattutto la Germania e la cancelliera Angela Merkel.








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