2014-12-26 13:54:00

Puglia: tesori artistici e di culto della diocesi di Andria


Apertura straordinaria oggi nella diocesi di Andria, in Puglia, della chiesa rupestre di Santa Croce. Visite guidate e momenti musicali accompagnano in un percorso che illustra la storia del luogo di culto e i suoi preziosi cicli pittorici. L’iniziativa è stata avviata a novembre e vuole far conoscere il patrimonio culturale e religioso della diocesi di Andria. Tiziana Campisi ha chiesto a don Giuseppe Agresti, curatore dell’iniziativa, di spiegare com’è articolata la visita alla chiesa rupestre di Santa Croce:

R. – Prevede in modo particolare la visita guidata di un percorso anche musicale ispirato al ciclo pittorico presente in questa chiesa rupestre di Santa Croce. Il percorso musicale è stato ideato dal maestro Michele Carretta ed è eseguito dal corso ‘Vox et anima’, è intitolato per Sancta Crucem ed è ripreso dalla terza antifona dei Vespri della Festa dell’Esaltazione della Croce. Per cui, abbiamo voluto mettere in risalto la musica e anche questo programma pittorico iconografico che è presente all’interno della Chiesa perché ci sono dipinti straordinari, unici per il loro genere e non solo nella Puglia ma, mi dicono gli storici e la sovrintendenza, unici al mondo.

D. – Nel clima delle festività natalizie, la visita a questa chiesa che cosa dice?

R. – Dice in modo particolare questo connubio tra l’incarnazione e la Risurrezione. Significa ancora di più prendere una particolare coscienza di ciò che il Signore ha fatto per ciascuno di noi e ciò che ha rappresentato nel tempo storico. Il tema della Croce, che è presente nella chiesa rupestre eretta verso il 14.mo - 15.mo secolo, ha una caratteristica di sensibilità umana e religiosa: questa spiritualità che gli uomini del tempo hanno tirato fuori, accentuando anche verità teologiche, hanno sempre una matrice pure antropologica di una determinata visione della vita del tempo. Infatti, dal 14.mo - 15.mo secolo ci sono gravi difficoltà: il trasferimento della sede papale ad Avignone, il cosiddetto scisma d’Occidente, la condizione anche poco felice del Regno di Napoli che era lacerato da una ventennale guerra e poi anche tutte le guerre di successione che ci sono state. Tutti questi fattori hanno inciso sul carattere tragico della vita dell’uomo del tempo, che è intesa essenzialmente come un cammino anche di preparazione alla morte. E quindi l’angoscia del peccato, l’ossessione della morte, l’idea che possa arrivare inaspettatamente la paura del giudizio e dell’inferno portano il fedele a credere che la salvezza possa esserci solo nel Cristo redentore e quindi a fissare lo sguardo su Cristo crocifisso come uomo sofferente. Dunque si sottolinea all’interno di questa chiesetta, attraverso questo programma iconografico, il ruolo salvifico della Croce come arma per la lotta contro il demonio e al contempo si rafforza anche la convinzione che la sofferenza umana è un segno di amicizia divina. Questo periodo natalizio vuole essere una riconciliazione con se stessi ma anche nella storia, nel vedere come i tempi si ripetono ma ci fanno riflettere tantissimo in questo deposito anche dell’uomo, che pone su dei muri il suo cammino di sofferenza e insieme di gioia.








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