Alla vigilia di Natale mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, si è recato nei campi d’accoglienza degli ex guerriglieri Seleka nei pressi della capitale della Repubblica Centrafricana.
Gli aiuti della Chiesa
La delegazione guidata dall’arcivescovo - riferisce l'agenzia Fides - ha portato aiuti
alimentari, sapone e vestiti per i bambini alle centinaia di ex combattenti radunati
con le loro famiglie in tre campi nei pressi della città. “Durante due ore, ho ascoltato
le loro lamentele, perché hanno più volte ribadito che nessuno va a trovarli” ha detto
mons. Nzapalainga. “Prendo su di me le loro rivendicazioni, la loro aggressività,
in un clima caloroso. È per fare cadere le maschere, perché si possa guardarli non
come selvaggi ma come esseri umani” ha concluso l’arcivescovo, che già a novembre
si era recato in un campo d’accoglienza dei Seleka, per poi recarsi anche a visitare
i campi degli anti-balaka.
Conflitto politico e non religioso
Il Centrafrica sta a fatica uscendo dalla guerra civile seguita alla presa del potere
degli ex ribelli Seleka, alla quale ha fatto seguito la ribellione delle milizie anti-balaka.
Il conflitto tra le due sigle è stato spesso presentato come scontro “religioso” tra
“musulmani” Seleka e i “cristiani” anti-balaka. Un’interpretazione ritenuta limitata
che nasconde invece una dimensione soprattutto politica, come riconosciuto dallo stesso
Segretario Generale dell’Onu, Ban Ki-moon. (R.P.)
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