Il rapporto Landmine Monitor 2014 documenta 3.450 incidenti tra il 1999 e la fine del 2013 e circa 348 morti. Ai primi posti tra i Paesi con il più alto numero di vittime causate da esplosioni di mine antiuomo in tutto il mondo: la Colombia, una nazione che ha trascorso cinque anni in lotta con un insurrezione marxista finanziata dal traffico di droga, seguita dall’Afghanistan, un Paese devastato dalla guerra apparentemente interminabile per la maggior parte degli ultimi 35 anni ed al terzo posto il Myanmar.
I casi in Myanmar
Yeshua Moser-Puangsuwan, il ricercatore Landmine Monitor per il Myanmar, ha detto
in una conferenza stampa a Yangon che il rifiuto del Paese a ratificare il Trattato
di Ottawa e consentire l’ispezione diretta dei focolai di conflitto ha reso difficile
compilare un numero preciso di vittime, ma le stime ufficiali della Campagna internazionale
per il bando delle mine antiuomo (Icbl) sono stati quasi certamente sottostimati.
Yeshua ha aggiunto che, nonostante la richiesta del Presidente Thein Sein di assistenza
dell’Unione Europea nella creazione di programmi di bonifica nel 2012, le organizzazioni
internazionali sono state impedite di viaggiare in zone contaminate con mine. Militari
e governo si accusano a vicenda per il rifiuto di accesso. Secondo il rapporto Landmine
Monitor, negli ultimi due anni non c’è stato alcun sminamento da parte di organizzazioni
accreditate, anche se alcuni gruppi etnici armati e organizzazioni, come la Free Burma
Rangers, si sono impegnati in alcuni programmi di sminamento locale.
Accuse all'esercito birmano
Il rapporto segnala anche “accuse credibili” di uso di mine antiuomo da parte dell’esercito
birmano negli ultimi due anni nel Kachin e nell’Arakan, tra cui una lunga striscia
di terra a meno di 100 metri dal confine con il Bangladesh e da parte di gruppi armati
etnici che non hanno rinunciato all’uso di mine poiché i negoziati per un cessate
il fuoco a livello nazionale, iniziati nel 2011, non si sono ancora conclusi.
Il presidente giustifica l'uso delle mine
Sono 162 i Paesi firmatari del Trattato per il bando delle mine 1997. Essi rappresentano
più dell'80% dei governi di tutto il mondo. Il governo birmano si è ripetutamente
astenuto sulla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di vietarne
l’uso, lo stoccaggio e la produzione e il Presidente Thein Sein ha detto in pubblico
in occasione del vertice Asean 2012 a Phnom Penh che l’uso continuato di mine nel
Paese era necessario ”per salvaguardare la vita e la proprietà della gente". (P.L.)
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