2015-01-05 13:59:00

Grecia. Commissione Ue: appartenenza a euro è irrevocabile


“Secondo i trattati dell’Unione Europea l’appartenenza all’euro è irrevocabile”. Lo ha affermato un portavoce della Commissione, commentando le possibili voce di un’uscita della Grecia dall’Eurozona, dopo le indiscrezioni del settimanale tedesco “Der Spiegel”, secondo cui la Germania sarebbe stata disposta ad accettare questa possibilità. Il governo tedesco ha poi smentito, ma ha ribadito l’importanza per la Grecia di rispettare gli impegni internazionali presi, anche in caso di vittoria del partito anti-troika “Syriza” di Tsipras alle prossime elezioni. Intanto, la borsa di Atene fa registrare un calo superiore al 4%. Ma è immaginabile una Grecia senza Euro? Michele Raviart lo ha chiesto a Francesco De Palo, direttore della rivista on-line “Mondogreco” e autore del volume “Greco, eroe d’Europa”:

R. – Una Grecia senza euro è all’ordine del giorno nelle agenzie di rating e in tutti i giornali internazionali dal 2010. Quindi, non è un’ipotesi campata in aria. Bisogna vedere come si farebbe il cambio dall’euro alla dracma: se si passasse con un cambio svantaggiosissimo per i greci potrebbe diventare una terra di nessuno. Oppure, la Grecia potrebbe diventare il “Klondike” dell’Europa e quindi tutti arriverebbero con una banconota da 10 euro e comprerebbero case e terreni… Tutti sapevano nel 2010 che la Grecia non avrebbe avuto gli strumenti per riportare indietro il prestito della trojka. Se oggi, dopo tre anni, ci rendiamo conto che la Grecia non può, non ha le forze per restituire quanto dato mi chiedo: perché gli hanno dato un prestito di 280 miliardi di euro?

D. – Quali sono state le reazioni in Grecia alla dichiarazione della Germania riguardo all’uscita della Grecia dall’euro?

R. – La prima reazione greca è stata ironica. Oggi, un quotidiano che si chiama “To Pontiki” – che significa “Il topolino” – ha detto che la reazione greca alla vittoria di "Syriza", probabilissima, sarà di respingere il permesso di soggiorno alla Merkel per un’eventuale vacanza in Grecia… Quindi, se fino ad un mese o due settimane fa, in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica, i greci temevano per le proprie tasche, per le proprie pensioni e per il proprio futuro. Oggi, alla fine, dicono “tra l’incudine e il martello, almeno scegliamo il nuovo”. Tra la trojka di ieri e un cambiamento d oggi, i greci, forse, potrebbero propendere per un cambiamento.

D. – Il partito di Tsipras è in vantaggio nei sondaggi. Ma quali sono le proposte di Tsipras, che allarmano così tanto l’Europa?

R. – Tsipras, nel programma del partito - che è stato esplicitato ieri in occasione del congresso straordinario - parla di una riduzione del debito greco del 60%, visto che la restituzione dell’intero debito non è sostenibile dalla finanze greche oggi. Di una sanità che sia gratis per i meno abbienti – ricordiamo che oggi 4 greci su 10 sono sotto il livello medio di povertà e che un terzo dei nuovi poveri greci sono i piccoli e medi imprenditori strozzati dalle tasse. Di una ridistribuzione del peso fiscale sulle spalle di chi fino ad oggi le tasse non le ha pagate. Perché, soltanto per dirne una, gli armatori greci detengono il 20% della flotta mercantile mondiale, ma nessuno di loro paga le tasse in Grecia?

D. – E che cosa chiede attualmente la trojka alla Grecia?

R. – Proprio un mese fa, prima delle votazioni, la trojka ha chiesto altre 19 misure alla Grecia. La trojka chiede di raddoppiare l’imposizione fiscale sulle strutture che si occupano di turismo - dall’attuale 6,5% al 13% - non ragionando sul fatto che, se quest’anno la Grecia ha fatto segnare il record di tutti i tempi delle presenze turistiche, raddoppiare le tasse in quel settore significa distruggere l’unico settore che produce Pil. La Trojka chiede, inoltre, il quarto taglio consecutivo a stipendi, pensioni e indennità e la ridefinizione della riforma del mercato del lavoro. Ricordiamo che oggi lo stipendio minimo in Grecia è di 340 euro.

D. – Invece, le altre forze politiche come si pongono? Si pongono in continuità con quello che chiede la Trojka?

R. – I conservatori e i socialisti, che hanno governato il Paese dal 2012 a oggi in un governo di larghe intese, propongono semplicemente la continuazione del memorandum della trojka. Di contro, le altre forze politiche registrano dei movimenti. I sondaggi greci sono abbastanza ballerini e danno per esempio il partito di "Alba Dorata" al 5-6%, in calo rispetto al 9 del 2012, ma che potrebbe arrivare anche al 10, perché nella regione dell’Attica – dove risiede la metà della popolazione greca, quindi circa 5 milioni di greci – "Alba Dorata" alle scorse regionali ha preso il 20%. Di contro, ieri è nato un nuovo partito: da una costola dei Pasok, il partito socialista greco che ha governato il Paese per 30 anni, il nipote dell’ex premier Papandroeu, Giorgios Papandroeu, ha formato un partito nuovo che si chiama “Movimento socialista in libertà”. Questo partito punta a rompere la stasi che c’è nei socialisti greci, che sono passati in tre anni dal 30 al 4% dell’ultime europee e potrebbe addirittura allearsi con Tsipras, qualora “Syriza” diventasse il primo partito alle urne e quindi avrebbe la possibilità di essere una "stampella" del governo. Una terza novità si chiama “Il Fiume” che è un partito che è nato lo scorso maggio per le europee, fondato da un giornalista che si chiama Stravos Theodorakis. In appena 40 giorni di campagna elettorale, ha preso il 4%, esprimendo un eurodeputato.








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