Sempre più giovani nigerini si arruolano nel movimento nigeriano Boko Haram. L’allarme è stato lanciato, nel suo messaggio di inizio anno, da mons. Michel Cartatéguy, arcivescovo di Niamey, capitale del Niger. Nel documento, inviato all’agenzia Fides, mons. Cartatéguy riporta le dichiarazioni dei deputati delle regione di Diffa, nell’estremo est del Niger al confine con la Nigeria: “I deputati si sono dichiarati preoccupati per il numero crescente di giovani nigerini, ragazzi e ragazze, che ingrossano di continuo le file della setta Boko Haram”.
Possibili obiettivi di Boko Haram in Niger
“Secondo il deputato Nassirou - sottolinea mons. Cartatéguy
- i nostri giovani di Diffa sono reclutati ogni giorno che Dio manda in terra, e questi
giovani conoscono Diffa meglio che i membri di Boko Haram e possono indicare loro
dove bisogna colpire” facendo così prefigurare un’estensione delle attività di Boko
Haram al Niger. Un fatto che non si può escludere,
visto che Boko Haram ha conquistato la base multinazionale di Baga, sulla riva nigeriana
del Lago Ciad. La base, che in teoria ospitava militari di Nigeria, Ciad, Niger e
Camerun, potrebbe ora essere usata dalla setta islamista per colpire non solo nel
nord-est della Nigeria, ma anche nei Paesi confinanti, provocando un’estensione del
conflitto su scala regionale.
Arruolamento per motivi economici e non
religiosi
Secondo quanto afferma mons. Cartatéguy, l’opinione diffusa in Niger è che la maggior
parte dei giovani nigerini si arruolano tra le fila di Boko Haram per motivi economici
e non religiosi, ci sono quindi spazi per intervenire e fermare il reclutamento.
Colera aggrava condizione 150mila rifugiati
della Nigeria
L’arcivescovo di Niamey stima inoltre che nella regione di Diffa siano ormai 150.000
i rifugiati provenienti dalla Nigeria (i cui arrivi sono giornalieri) e gli sfollati
interni, causati dalle violenze di Boko Haram. La situazione è aggravata dalla recente
epidemia di colera che ha colpito i rifugiati. “Malgrado la povertà della regione,
la popolazione locale continua ad accogliere i rifugiati con fraternità e ospitalità”
sottolinea mons. Cartatéguy, che conclude rammaricandosi che “la stampa internazionale
parli molto poco della situazione di Diffa”. (R.P.)
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