2015-01-07 14:37:00

Natale in Egitto, presidente partecipa a veglia copti ortodossi


Le Chiese ortodosse e cattoliche orientali che seguono il calendario giuliano festeggiano oggi, 7 gennaio, il Natale. In Egitto è scesa la tensione legata alle celebrazioni natalizie dopo gli allarmi dei giorni scorsi e dopo l’uccisione, alla vigilia, di due agenti di polizia a guardia di una Chiesa copto-ortodossa. In tutto il  Paese si sottolinea l’importanza della presenza per la prima volta alla Messa della vigilia di un presidente egiziano. Abdel Fattah al-Sisi ha infatti partecipato alla cerimonia, accolto nella cattedrale copto-ortodossa del Cairo dal patriarca Tawadros II e dall’entusiasmo dei fedeli. Francesca Sabatinelli ha intervistato padre Hani Bakhoum, vicario del Patriarcato copto-cattolico:

R. - Senz’altro questa sorpresa fatta dal presidente che è venuto alla Cattedrale copto-ortodossa per fare gli auguri è stata veramente bella, ci ha colpiti, ma soprattutto ha dato un segnale di una nuova visione dell’Egitto. Ormai sia il capo di Stato, sia tutto il popolo, non pensano all’Egitto come a musulmani o cristiani, ma pensano all’Egitto come una famiglia in cui tutti i membri festeggiano. Il discorso di al-Sisi, seppur breve, è stato molto profondo. Ha detto una bella cosa: “Io non vengo qui per fare gli auguri ai cristiani. Io vengo qui per fare gli auguri a tutto l’Egitto, a tutti gli egiziani”, credo che questo sia un segno per tutto il mondo che ormai c’è veramente questa intenzione di ricostruire un Paese basato sull’uguaglianza, sull’amore, sulla fratellanza tra tutti in Egitto.  

D. - Il presidente al-Sisi nel suo breve discorso ha anche detto: “I cristiani copti costruiranno il loro Paese insieme senza alcuna discriminazione”. Nella pratica secondo lei questo come si deve tradurre?

R. - Prima di tutto bisogna fare delle leggi che veramente dimostrino queste intenzioni, che aiutino sia noi cristiani che i musulmani a vivere insieme senza alcun tipo di discriminazione. Questo è molto importante perché il desiderio della pace non basta, anche i gesti, seppur profondi e importantissimi, non bastano. Ormai bisogna realizzare concretamente queste belle intenzioni, bisogna arrivare prima di tutto ad una vera legge che stabilisca l’uguaglianza tra tutti i cittadini dell’Egitto. Poi, bisogna formare la gente ad entrare in questo spirito della legge.

D. - Non tutti gli egiziani saranno d’accordo con questo cammino verso l’uguaglianza …

R. - Questo non mi preoccupa più di tanto, mai tutto il mondo è d’accordo su una cosa e il fatto che ci siano degli oppositori, delle persone contrarie non significa nulla, non ci impedisce di andare avanti, anzi.

D. - C’è stato, c’è ancora adesso un po’ di allarme per queste festività. Ci sono stati due morti finora, due poliziotti. Lei che clima sente nel Paese?

R. - Non posso dire che c’è un clima di tensione. Qui al Cairo la situazione è migliore rispetto a uno o due anni fa. Questo lo assicuro. Ormai sentiamo che siamo dentro una casa, non siamo ospiti. Quest’anno in Egitto la situazione è molto più tranquilla rispetto agli anni scorsi. Certo, non nego il fatto che ci siano ancora atti terroristici, però bisogna sottolineare che questi atti non sono contro i cristiani. Quello che è accaduto, è vero che è accaduto davanti all’ingresso di una chiesa, erano le quattro di mattina, e i terroristi hanno colpito due poliziotti sapendo che sicuramente erano musulmani. Quindi gli atti non sono contro i cristiani, ma sono atti terroristici che non fanno differenza tra cristiano e musulmano. Certo, vogliono creare un clima di tensione per impedire ai cristiani di pregare ma questo non è accaduto. Siamo tutti andati nelle chiese, c’era un clima veramente molto tranquillo. Bisogna anche notare che quest’anno  il governo sta  facendo molto a livello di sicurezza per proteggere le persone. Dire che la tensione in Egitto sta aumentando quindi non è giusto. Io sono ottimista però dico che questo ottimismo deve essere realizzato concretamente, nel senso che ormai bisogna arrivare a formulare leggi che permettano ai cristiani di costruire le chiese, che diano ai cristiani gli stessi diritti dei musulmani. Adesso dobbiamo passare da un ottimismo, da una speranza, ad un fatto reale.








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