2015-01-08 12:40:00

Attentato di Parigi condannato dal mondo islamico


Studiosi, istituzioni religiose ed educative, leader politici e governi del mondo islamico sono uniti nella condanna dell’attacco alla sede del settimanale francese Charlie Hebdo, che ieri a Parigi ha provocato 12 morti.

Al Azhar denuncia la violenza
Al Azhar, la più alta istituzione religiosa egiziana, considerata autorevole espressione dell’Islam sunnita - riporta l'agenzia Misna - ha sconfessato gli autori del “criminale attacco armato” in una dichiarazione diffusa dalla stampa. La religione islamica, vi si legge, “denuncia qualsiasi violenza”. Anche vari autorevoli studiosi di tutto il mondo hanno seguito questa linea.

Traditi i valori dell'islam
Rilevante la presa di posizione di Tariq Ramadan, pensatore residente a Ginevra e nipote del fondatore dei Fratelli musulmani Hasan al-Banna, che ha affidato a Twitter la sua presa di posizione. “Contrariamente a quanto sarebbe stato detto dagli assassini dell’attacco contro la sede di Charlie Hebdo, non è il Profeta che è stato vendicato, ma è la nostra religione, i nostri valori e i principi islamici che sono stati traditi e disonorati”, si legge sul suo profilo. “No, no, no! La mia condanna è assoluta e la mia rabbia è profonda rispetto a questo orrore”, ha scritto ancora Ramadan.

Offese a Maometto non giustificano il terrorismo
Di “crimine barbaro e orribile” che “non può essere giustificato da alcuna religione” ha parlato invece Wael Shihab, esperto di sharia del sito onislam.net, augurandosi che “i colpevoli siano assicurati alla giustizia”. Stessa condanna della violenza nelle parole di Khaled Hanafy, che guida il Consiglio degli studiosi islamici in Germania e ha invitato a reagire ad eventuali “insulti al Profeta” attraverso “il pensiero, l’arte e le opinioni, non con l’assassinio e il terrorismo”. 

Condanne di Lega Araba e Paesi arabi
Non sono mancate le prese di posizione del mondo politico: la più importante è arrivata dal segretario della Lega araba Nabil al-Arabi, che ha “condannato fermamente l’attacco terroristico”, così come hanno fatto separatamente vari governi tra cui quello saudita e quello libanese. Parole di condanna sono giunte anche dall’Associazione dei giornalisti siriani, vicina all’opposizione, che si oppone “fortemente a qualunque giustificazione per questo crimine che viola i valori umani e i principi di base di qualunque religione”. (R.P.)








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