2015-01-08 12:27:00

Vescovi maroniti ai parlamentari: eleggete in fretta nuovo presidente


I vescovi maroniti, riunitisi ieri per il loro incontro mensile presieduto dal patriarca Bechara Boutros Rai presso la sede patriarcale di Bkerkè, hanno ancora una volta esortato i parlamentari a eleggere in tempi rapidi il nuovo Presidente della Repubblica libanese. L'inizio del nuovo anno – si legge nel comunicato diffuso alla fine della riunione e ripreso dall'agenzia Fides – deve rappresentare un tempo favorevole per "rinsaldare nuovi legami nazionali e lasciarsi alle spalle il tunnel buio in cui il Paese è sprofondato a causa della vacatio della carica presidenziale”.

Paralisi istituzionale espone il Libano a gravi pericoli
Dopo l'insuccesso di ben 17 sessioni parlamentari convocate per l'elezione presidenziale e andate fallite per la mancanza di accordo tra i blocchi contrapposti che dominano la scena politica del Paese, i vescovi maroniti ribadiscono che la paralisi istituzionale sta esponendo il Libano a pericoli gravi – visti i conflitti che sconvolgono tutta l'area mediorientale – e invitano i membri delle varie fazioni a "operare nello spirito del superiore interesse nazionale".

I vescovi invocano un dialogo globale
L'Assemblea ha inoltre accolto con favore l'avvio di contatti, iniziati o annunciati, tra leader e gruppi politici finora in contrasto, invitando nel contempo tutte le forze a non limitarsi ad incontri bilaterali e ad aprirsi a un dialogo globale, che abbia come punto di riferimento comune il Patto nazionale e la Costituzione. “Il Libano - si legge nel comunicato finale dell'Assemblea episcopale maronita - non avrà un futuro luminoso se rimane prigioniero degli assi regionali e interni, ostaggio di interessi parziali o settari. Per questo serve trovare meccanismi che impediscano di bloccare le elezioni presidenziali alla scadenza di ogni mandato, o di provocare la paralisi delle altre istituzioni".

Sostegno all'esercito libanese
I vescovi maroniti hanno anche ribadito la propria vicinanza e il proprio sostegno all'esercito libanese, invitando il governo a fare tutto il possibile per favorire la liberazione dei soldati tenuti in ostaggio dai miliziani jihadisti di Jabhat al Nusra. (R.P.)








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