I miliziani jihadisti dell'autoproclamato Califfato Islamico hanno espulso da Mosul 10 anziani cristiani caldei e siro-cattolici rastrellati dai villaggi della Piana di Ninive e temporaneamente ospitati nella seconda città irachena, dopo che aver rifiutato di abiurare la fede cristiana e di convertirsi all'islam. Mercoledì scorso il gruppo di anziani – alcuni dei quali con gravi problemi di salute – è stato accolto a Kirkuk, dopo aver passato due giorni al freddo nella “terra di nessuno” tra i villaggi occupati dalle milizie del sedicente Stato Islamico (Is) e l'area sotto controllo dei Peshmerga curdi.
L'aiuto di alcune famiglie musulmane
“Ci avevano cacciato dai nostri villaggi e dalle nostre case per occuparle - racconta
Rachel, una delle anziane, contattata dall'agenzia Fides - e poi ci hanno ammassati
tutti in una residenza di Mosul. Siamo andati avanti grazie all'assistenza di alcune
famiglie musulmane, che ci portavano il cibo e quello di cui avevamo bisogno. Poi,
a un certo punto, quelli del Califfato ci hanno detto che potevamo restare lì soltanto
se ci convertivamo all'islam. Ma io, che mi nutrivo sempre del Corpo di Cristo e andavo
sempre al santuario a pregare Santa Barbara, come potevo rinnegare tutto questo? Ho
detto loro: io non posso farlo. Se volete, mandatemi via”.
A Kirkuk, grazie al patriarca Sako
Una volta espulsi da Mosul, gli anziani sono potuti entrare a Kirkuk grazie anche
all'intercessione del patriarca caldeo Louis Raphael Sako, che ha convinto le autorità
civili a sospendere il blocco ai check point d'ingresso alla città messo in atto per
motivi di sicurezza. Insieme ai 10 anziani, è stata accolta a Kirkuk anche una delle
famiglie musulmane di Mosul che si erano prodigate con sollecitudine nella loro cura.
(G.V.)
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