2015-01-12 16:41:00

Francesco: 'cultura scarto' alla radice di ogni conflitto



"Considerare la 'cultura dello scarto' l'origine di ogni degenerazione, disgregazione e conflitto, è una chiave di lettura originale ma anche molto concreta. Sembra quasi il Papa abbia voluto calare la realtà internazionale della cosidetta 'guerra mondiale combattuta a pezzi' nel quotidiano di ogni persona". A rileggere con noi l'ampio discorso che Papa Francesco ha rivolto al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede è Salvatore Mazza, vaticanista e editorialista del quotidiano Avvenire."Pur rivolgendosi alla comunità internazionale, visto che i suoi interlocutori sono i diplomatici,  - spiega Mazza - Francesco sembra in realtà parlare direttamente a ciascuno di noiinvitandoci a non girarci dall'altra parte di fronte ai dimenticati, ai perseguitati, ai poveri, ai migranti. Una sintesi del suo Magistero, riletto sul versante della diplomazia internazionale, estremamente efficace e originale".  

"Quello del Papa è un utile servizio all'epoca contemporanea. Quanto più i fenomeni di violenza, e dunque la parte irrazionale dell'uomo, prendono campo, tanto più c'è bisogno di qualcuno che sia capace di un'analisi razionale profonda di questi mali", commenta Franco Vaccari, Presidente dell'Associazione Rondine Cittadella della Pace. "Il tema dello scarto citato da Francesco - aggiunge Vaccari - non è solo cristiano, ma anche profondamente antropologico. I vertici del pensiero greco, della mitologia, vedono proprio nell'esclusione il dramma iniziale all'origine di tutti i mali. E' un appello a tutti gli uomini e i capi religiosi a convergere in questa lettura profonda dei conflitti dell'umanità, capace di arrivare fino alle nostre case, quando parla degli 'esiliati nascosti', gli anziani, i diversamente abili e i giovani senza lavoro".   

Il Medio Oriente nodo cruciale

"E' abbastanza chiaro che la pacificazione del Medio Orente resta uno dei veri nodi di tutta la questione dei conflitti internazionali. In questo quadro l'affermazione del Papa che non può esistere un Medio Oriente senza i cristiani e il suo appello alla comunità internazionale e ai capi religiosi per ricercare la pace, sono cruciali", aggiunge Salvatore Mazza. "Importante è inoltre la definizione di Francesco del terrorismo come conseguenza della 'cultura dello scarto' applicata a Dio", aggiunge Vaccari. "I giovani che frequentano lo studentato internazionale di Rondine e appartengono a diverse religioni, lavorano proprio per lo scambio e l'amicizia. Riflettendo sui conflitti in corso nei loro Paesi denunciano proprio il fenomeno del sequestro del nome di Dio da parte del fondamentalismo. A Rondine i giovani di religioni diverse sanno persino prendersi in giro reciprocamente senza che ci sia offesa. Una grazia, ma una grazia possibile e concreta". 

L'appello all'Italia a non cedere allo scontro

Importante anche l'appello del Papa, contenuto nel discorso al Corpo diplomatico, rivolto alla "cara nazione italiana" a non cedere al "disimpegno e alla tentazione dello scontro", ma a riscoprire i valori di "attenzione reciproca e solidarietà che sono alla base della sua cultura e convivenza civile". "L'Italia è sempre stata un 'porto di mare', un Paese capace di accoglienza, tolleranza - commenta Salvatore Mazza - fa parte del suo Dna. Ed è qualcosa che stiamo perdendo se pensiamo che oggi c'è chi cerca di dare lezioni al Papa su quale deve essere il dialogo con l'islam. Mi sembra un richiamo importante in un momento in cui l'Italia appare sbandata e in preda a populismi facili che rischiano di snaturarne l'identità e la cultura".  








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