Ci sono anche molti israeliani tra coloro che, attraverso Caritas Jerusalem, inviano aiuti alla popolazione di Gaza dopo il conflitto del 2014. A rivelarlo all'agenzia Sir è il responsabile del fundraising dell’organismo caritativo cattolico, Harout Bedrossian. A margine di un incontro con i vescovi dell’Holy Land Coordination (Usa, Ue, Canada e Sud Africa) che ieri, da Gaza, hanno iniziato la loro tradizionale visita-pellegrinaggio, Bedrossian ha parlato di questo “fenomeno che non ha riscontro nelle passate guerre, 2008/2009 e 2012.
Aiuti israeliani un segno di speranza
“Una corsa a portare aiuto che rappresenta una novità per la società israeliana -
dice l’operatore - e anche se non coinvolge la maggioranza della popolazione israeliana
è da considerarsi come un segno di speranza, piccolo ma di grande significato che
ci fa credere che un futuro migliore è possibile”. Tra i donatori israeliani si annoverano
associazioni, scuole e singole persone.
Gli aiuti tramite Caritas Jerusalem
Tra i più attivi il gruppo “Hand in Hand”. “Sono studenti palestinesi e israeliani
di istituti di Gerusalemme, Haifa e Tel Aviv, che credono nella convivenza e nella
tolleranza - spiega Bedrossian - e che si stanno adoperando, con i loro insegnanti,
per raccogliere aiuti da inviare a Gaza, soprattutto e acqua e latte per i bambini”.
Particolarmente significativa è l’opera di un altro gruppo, “Mother to Mother”, composto
da madri israeliane e palestinesi che hanno perso i loro figli nel conflitto”. L’impegno
di questi gruppi, unito a quello di “molti studenti universitari e di singole persone
ha fruttato, fino ad oggi, ben 8 tir carichi di aiuti entrati a Gaza attraverso la
Caritas Jerusalem”. Quest’ultima è da sempre in prima linea nel portare aiuto alla
popolazione, musulmana e cristiana.
I dati dell'ultimo conflitto a Gaza
Secondo stime fornite dal Cnewa, Catholic Near East welfare association, organismo
papale per il sostegno umano e pastorale, l’ultimo conflitto a Gaza ha provocato la
morte di 2.131 palestinesi, di cui 1.473 civili, inclusi 501 bambini e 257 donne.
I feriti ammontano a 11.231, di cui 3.436 bambini, 3.540 donne e 418 anziani. 18mila
le case distrutte e 37.650 quelle inagibili. (Daniele Rocchi)
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