2015-01-13 16:00:00

Francesco ai leader religiosi: denunciare la violenza in nome di Dio


La firma sul Libro d’Oro, l’esecuzione di musiche tradizionali, le benedizioni intonate dai leader musulmano, indù, buddista e le preghiere del gruppo ecumenico guidato dal vescovo anglicano Kanakasabei, le parole di mons. Perera incaricato dai vescovi locali per il Dialogo interreligioso, hanno preceduto il discorso di Papa Francesco ai convenuti, circa un migliaio di persone, all’incontro che riunisce, tra gli altri, le quattro comunità religiose più grandi, parte integrante della vita dello Sri Lanka. Da sottolineare la condanna degli attacchi e delle uccisioni in Francia e Pakistan dove bambini sono stati massacrati in nome dell’islam, da parte del musulmano Maulavi Ash-Sheikh M.F.M. Fazil: “Come ben sappiamo, ha detto tra l’altro, l’Islam non ha nessun rapporto con queste pratiche e queste condotte diaboliche”. Sulle parole del Papa, il servizio di Adriana Masotti:

Fedeltà alla propria identità e, insieme, rispetto per le credenze altrui per una vita sociale armoniosa. E’ a questo concetto che torna più volte Papa Francesco, che parla con sulle spalle una vistosa stola gialla donatagli dal leader indù, rivolgendosi agli esponenti delle diverse religioni al Centro Congressi  di Colombo. Il Papa apre il suo intervento sottolineando che è una grazia per lui visitare la comunità cattolica locale e confermarla nella fede in Cristo, ma che è ugualmente una grazia l’essere con tutti gli uomini e le donne delle altre grandi tradizioni religiose presenti nello Sri LanKa che condividono con i cristiani un desiderio di sapienza, di verità e di santità. Poi ricorda:

"At the Second Vatican Council, the Catholic Church declared….
Nel Concilio Vaticano II la Chiesa Cattolica ha dichiarato il proprio rispetto profondo e duraturo per le altre religioni. Ha dichiarato che «nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto [quei] modi di agire e di vivere, [quei] precetti e [quelle] dottrine» (Nostra aetate, 2). Da parte mia, desidero riaffermare il sincero rispetto della Chiesa per voi, le vostre tradizioni e le vostre credenze". E’ in questo spirito, dunque, che la Chiesa Cattolica desidera collaborare con tutti, afferma il Papa, per la prosperità di tutti gli srilankesi, così come già sta facendo in vari modi, offrendo opportunità di dialogo reciproco. Dialogo che assume una particolare importanza e urgenza nello Sri Lanka per troppi anni teatro di lotta civile e di violenza".

"But, as experience has shown, for such dialogue…
Ma, come insegna l’esperienza, perché tale dialogo ed incontro sia efficace, deve fondarsi su una presentazione piena e schietta delle nostre rispettive convinzioni. Spero che la collaborazione interreligiosa ed ecumenica dimostrerà che, per vivere in armonia con i loro fratelli e sorelle, gli uomini e le donne non devono dimenticare la propria identità, sia essa etnica o religiosa".

C’è bisogno ora di risanamento e di unità, ribadisce Francesco, e quanti modi ci sono per i seguaci delle diverse religioni per realizzare questo servizio! E il suo pensiero va in particolare alle necessità materiali e spirituali dei poveri, degli indigenti, a quanti attendono una parola di speranza e alle molte famiglie che continuano a piangere la perdita dei loro cari. Come alla necessità di ricostruire le fondamenta morali dell’intera società nel segno della riconciliazione. Infine un richiamo ai leader religiosi quanto mai attuale per assicurare alle società la pace:

"For the sake of peace, religious beliefs must never be allowed to be abused….
Per il bene della pace, non si deve permettere che le credenze religiose vengano abusate per la causa della violenza o della guerra. Dobbiamo essere chiari e non equivoci nell’invitare le nostre comunità a vivere pienamente i precetti di pace e convivenza presenti in ciascuna religione e denunciare gli atti di violenza quando vengono commessi".

Nella Conference Hall che ha ospitato l’incontro interreligioso di Colombo si è respirata nel pomeriggio, ora locale, un’atmosfera solenne. Il nostro inviato nello Sri Lanka Alessandro De Carolis, presente all’evento, la descrive in questo servizio:

La sala è nettamente divisa in tre sezioni: l’arancio dei buddisti sulla sinistra, i copricapo bianchi dei musulmani allineati a destra e al centro, ideale trait d'union, le tonache anch’esse bianche dei vescovi e dei sacerdoti srilankesi. E bianco è ovviamente anche l’abito di Papa Francesco che a un certo punto riceve e indossa il “Golden sole”, una mantella dorata, meglio una stola molto ampia, che il venerabile capo buddista che gli siede a fianco gli porge con gravità. Come sempre basta un gesto per far prendere l’abbrivio della concretezza agli intenti dichiarati dalle parole. Un gesto salutato dagli applausi di parte cristiana e accolto con l’immobile sobrietà degli uomini in arancione. Ma un gesto netto che anzitutto conferma a buddisti, induisti e islamici che è vero ciò che il Papa di Roma dice e cioè che la Chiesa ha “sincero rispetto” per le tradizioni altrui. E poi conferisce autorevolezza al suo ennesimo appello a non “abusare” della religione facendone scudo di violenze. Insomma un altro gesto di Papa Francesco che lascia il segno anche agli antipodi, come già accaduto in Corea e come sottolinea il vescovo Cletus Chandrasiri Perera, che al Papa ha rivolto l’indirizzo di saluto:

R. “Io credo che sia un momento di grande importanza perché questa è un’occasione dove diverse persone che appartengono a diverse religioni, in maggioranza al buddismo, si trovano insieme per accogliere Papa Francesco: questa è un’occasione per tutti noi per riunirci e riconciliarci, gli uni con gli altri”.

D. A che punto è il dialogo con le altre religioni?

R. Qui c’è uno sforzo da parte della Chiesa per mantenere armonia e pace con tutte le religioni. Mi pare che buddisti, induisti e musulmani rispondano bene.








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