2015-01-14 11:05:00

Napolitano si dimette. Istituto Sturzo: giudizio positivo su presidenza


In Italia, attestati di gratitudine e affetto per Giorgio Napolitano, dimessosi questa mattina da presidente della Repubblica. “Sincera stima e vivo apprezzamento per il suo generoso ed esemplare sevizio alla Nazione”, ha espresso il Papa, sottolineando “autorevolezza, fedeltà e instancabile dedizione al bene comune” profusa del capo di Stato uscente.Il servizio di Roberta Gisotti

Dal 10 maggio 2006 al 14 gennaio 2015. Un doppio mandato durato nove anni, il più lungo nella storia repubblicana, durante i quali Napolitano, 89 anni il più longevo tra i capi di Stato, ha nominato cinque presidenti del Consiglio: Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi, che stamane ha condiviso con i ministri del Governo parole di riconoscenza “per la sua figura autorevole e alta responsabilità di garanzia delle istituzioni”, sottolineandone il profilo di “europeista convinto”, di cui ne ha lodato l’“eredità indelebile” il presidente del Parlamento di Strasburgo Martin Schulz. Tanti gli accadimenti nazionali e internazionali che hanno richiesto scelte decisive da parte di Napolitano, oggetto anche di aspre critiche nel dibattito politico, riguardo il suo ruolo istituzionale. Già al lavoro le segreterie dei Partiti per la scelta del nuovo inquilino del Quirinale. Fino al giuramento ad assumere le funzioni di capo di Stato è il presidente del Senato Piero Grasso. La prima votazione a scrutinio segreto in Parlamento, riunito in seduta comune, è prevista il 29 gennaio alle ore 15.

Napolitano da molti è stato definito un abile arbitro dei poteri della Repubblica. D'accordo il presidente dell'Istituto Sturzo Nicola Antonetti, intervistato da Alessandro Guarasci:

Giudizio positivo
R. – Per la grande esperienza politica di cui è stato dotato ed è dotato il presidente Napolitano, l’ha fatto in un momento difficilissimo per la storia della Repubblica. Do un giudizio positivo della sua presidenza della Repubblica.

D. – Possiamo dire che è stato anche il garante della credibilità dell’Italia nel mondo, ma soprattutto in Europa? Ricordiamoci che l’Italia ha avuto grossi problemi finanziari, qualcuno ha anche parlato di default. Napolitano ha garantito per questa credibilità?

R. – Ecco, Napolitano è stato al Paelamento europeo; è stato anche un attentissimo analista dei problemi europei ed è conosciuto in Europa. Forse la cosa più difficile per il futuro è trovare una persona che abbia un credito in Europa e nel mondo simile a quello di Napolitano.

Garante unità nazionale
D. – Appunto. Per il futuro bisognerà continuare sulla stessa linea di Napolitano: dunque un garante dell’unità nazionale e con una personalità forte?

R. – Napolitano è intervenuto perché il sistema politico aveva dei vuoti, dei buchi enormi. E siccome in natura come in politica il vuoto non è sopportabile e Napolitano aveva un carattere e un’esperienza politica, è intervenuto. Se il sistema funziona, non dico che il prossimo presidente sarà un “taglianastri”: sarà una persona che farà di meno, entrerà di meno nelle dinamiche politiche. Se si farà una legge elettorale e quindi un governo serio, se si abolisce il bicameralismo e se si rientra nel credito europeo, il nostro presidente sarà l’unitario rappresentante della Nazione come vuole la Costituzione.

Personalità forte?
D. – Ma due personalità forti come il premier Renzi e comunque anche Berlusconi, secondo lei, accetteranno una personalità forte?

R. – Io credo che comunque si arrivi al Quirinale perché si è personalità forte, anche se non si è personalità di primo piano. Se loro non sopportano una personalità forte, è perché hanno paura di non reggere una personalità forte, cioè di non essere capaci di offrire un sistema politico che non dia spazio al presidente. Io, se fossi un Renzi o se fossi un Berlusconi, mi occuperei del sistema politico, più che del presidente.

Alternanza laico-cattolico da non trascurare
D. – Un segnale forte del Parlamento italiano, in un’Italia in cui la politica litiga continuamente, non sarebbe arrivare all’elezione già nelle prime due o tre votazioni?

R. – Sarebbe assolutamente una cosa molto importante. Infatti, non capisco perché Renzi dica “dalla quarta in poi” ... sì lo capisco bene: perché è più facile raggiungere quella percentuale di votanti. Sarebbe nel mondo un segnale importante da questo Paese. Da questo Paese, non solo per la sua condizione particolare, ma da questo Paese che insieme agli altri Paesi europei adesso è sotto l’onda di problemi internazionali pesantissimi. L’alternanza laico-cattolico non è una cosa da niente, in un momento in cui i problemi religiosi sono così evidenti. Non è essenziale, però non è neanche da trascurare. Soprattutto che sia un personaggio il cui nome risuoni nel mondo. Se si dice un nome, a Washington sappiano chi sia, a Bruxelles sappiano chi sia. Ecco. Questo è importante.








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