2015-01-14 14:19:00

Uccisa donna in est Ucraina: appello dell'Osce


Peggiora la situazione in Ucraina. Una donna è morta nel bombardamento di artiglieria che ha colpito ieri pomeriggio la cittadina di Shastia, nel sud-est.  L’Osce, che ha espresso parole di dura condanna dell'attacco all’autobus che poco prima aveva provocato la morte di 12 persone e il ferimento di altre 17, chiede libero accesso per i propri osservatori. Intanto sembra imminente l’annuncio di un nuovo incontro del Gruppo di contatto Osce-Kiev-Mosca-separatisti per cercare una soluzione pacifica al conflitto nel sud-est ucraino. Al microfono di Francesca Sabatinelli, la riflessione del direttore di Famiglia cristiana web, Fulvio Scaglione:   

R. – Io credo che, se non ci sarà a breve una svolta decisiva, quello che possiamo aspettarci è che continui esattamente così, e cioè che ci sia questo cessate-il-fuoco dichiarato, continuamente interrotto da episodi di violenza, di cui è molto difficile l’attribuzione, perché non nascondiamoci il fatto che i nostri giornali, i nostri media tendono a prendere per buone le dichiarazioni del governo di Kiev e per cattive le dichiarazioni dei ribelli filo-russi. Non voglio dire che sia il contrario; diciamo solo: stiamo un po’ attenti. Anche nel caso dell’autobus le informazioni che noi abbiamo sono quelle di Kiev; non è necessariamente detto che in una situazione di guerra, con le opposte propagande al lavoro, sia la verità.

D. – E’ giunta la notizia che sia saltato il vertice di Astana, rinviato a data da stabilire, per la mancanza dei presupposti. E questi “presupposti”, quali sarebbero?

R. – Bè, è difficile dirlo perché questi sono incontri di diplomazia piuttosto riservati. Però è chiaro che i russi vogliono un maggior coinvolgimento nelle trattative – chiamiamole così – “di pace”, se si possono chiamare così, da parte dei rappresentanti dei ribelli filo-russi del Donbass, cosa che Kiev non vuole o che comunque fa, peraltro – da un certo punto di vista anche giustamente – molta fatica ad accettare. Naturalmente, se i rappresentanti dei ribelli filo-russi partecipassero ufficialmente a questi incontri diplomatici, avrebbero ottenuto una sorta di semi-riconoscimento ufficiale che, ovviamente, a Kiev non può andare tanto bene – per usare un eufemismo – e non può andare tanto bene neanche ai partner di Kiev, cioè agli Stati Uniti e all’Unione Europea che hanno condannato il separatismo filo-russo. Quindi, la questione è molto complicata.

D. – Veramente riesce difficile vedere non solo una possibile uscita da questa crisi, ma riesce difficile proprio vedere la buona volontà …

R. – Ma, io credo che la buona volontà nelle parti in questo momento non ci sia, non sia ancora uscita allo scoperto; credo che le ferite siano troppo fresche e poi credo anche che, parlando un po’ più in generale, sia stata fin dall’inizio male interpretata, questa crisi, e soprattutto raccontata in una maniera molto discutibile, perché comunque un problema di minoranza filo-russa in Ucraina c’è sempre stato; naturalmente – altrettanto naturalmente – Mosca ha soffiato su questo fuoco … Però, il racconto che viene fatto di questa crisi, come di una crisi artificialmente creata da Mosca, è un racconto molto parziale e, secondo me, almeno in parte fuorviante. La crisi del Donbass è una crisi che ha radici molto più profonde e complesse che non semplicemente pro-Mosca o contro Mosca. Per esempio, qualcuno dovrebbe decidersi a raccontare che sono i dirigenti politici del Donbass che hanno – non adesso, ma storicamente, da quanto l’Ucraina è uno Stato indipendente – occupato la politica di Kiev: è di fatto il Donbass che ha diretto l’Ucraina, non il contrario. Il che, naturalmente, rende tutti gli attori della crisi del Donbass particolarmente forti e particolarmente potenti e capaci di disgregare la situazione generale. Ovverosia, il Donbass non è una landa periferica dell’Ucraina dove ci sono i filo-russi e che quindi viene tranquillamente mobilitata a favore di questo o di quello; il Donbass è la regione decisiva per l’Ucraina: è l’Ucraina, in un certo senso. Quindi, questo rende particolarmente acute tutte le crisi e tutti i problemi.








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