Le parole del Papa su libertà religiosa e libertà
d'espressione, pronunciate giovedì 15 gennaio,
durante il volo che lo portava a Manila, hanno destato molto interesse sul web. Su parte della stampa digitale e soprattutto sui social-media,
queste affermazioni hanno messo in secondo
piano i temi del viaggio apostolico di Francesco in Sri Lanka e nelle Filippine.
Una lettura attenta
Certo, la frase del Papa "chi dice una parolaccia contro la mia mamma gli arriva un pugno", ripresa e amplificata da tutti, è, per così dire, "gustosa" e si presta bene ad eventuali polemiche o discussioni. Ma ad un lettore attento, con un minimo di cultura, è chiaro che Francesco abbia voluto con quel passaggio affermare cose perfettamente sensate e accettabili. E' importante inserire la frase nel contesto scherzoso in cui è stata pronunciata, ma quanto il Papa ha in sostanza affermato è che 'chi offende si deve aspettare una reazione'.
Libertà e bene comune
Francesco non ha fatto altro che riproporre, in modo colloquiale, un concetto importante che aveva esposto al Parlamento europeo di Strasburgo il 25 novembre scorso. E cioè la tendenza odierna a una "rivendicazione sempre più ampia di diritti individuali", o meglio "individualistici", sganciata dal concetto di dovere, che "cela una concezione di persona umana staccata da ogni contesto sociale e antropologico". "Si finisce così - aveva detto Francesco in quell'occasione - per "affermare i diritti del singolo senza tenere conto che ogni essere umano è legato a un contesto sociale, in cui i suoi diritti e doveri sono connessi a quelli degli altri e al bene comune della società stessa". In sostanza, il vescovo di Roma ha riaffermato che non esistono libertà assolute e che la mia libertà confina sempre con la libertà dell'altro. Ogni libertà ha dunque il suo limite nel bene comune, nella convivenza pacifica.
(a cura di Luis Badilla Morales e Fabio Colagrande)
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