2015-01-17 14:58:00

Lombardi: solidarietà interreligiosa per i superstiti del tifone


Sull’evento principale della giornata del Papa nelle Filippine ascoltiamo il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro De Carolis:

Grande partecipazione alla Messa di Tacloban
R. – Direi, evidentemente la celebrazione dell’Eucaristia, di fronte a questa grande folla, sotto la pioggia e nel vento, che esprimeva veramente la situazione di vita di queste persone: perché qui sono settimane che sta piovendo e qui, in altre circostanze, il vento e la pioggia sono immensamente più forti di quest’oggi e portano grandi disastri. Oggi ne abbiamo avuto un lontano segno, un lontano modo di capire di che cosa si tratta quando in questa regione viene il tifone. E quindi, la partecipazione della gente e la partecipazione del Papa a questo momento sono state molto grandi. Io sono molto contento che si sia riusciti a realizzare questo, perché qualcuno poteva avere addirittura dei dubbi che fosse possibile, ma non solo è stato possibile, ma è stato possibile in un modo particolarmente significativo, anche se difficile. E l’intensità con cui la gente e il Papa hanno vissuto queste ore è molto grande, e rimarrà un segno profondo di questo, certamente.

L’incontro con la sofferenza
D. – Il Papa ha anche arricchito questa sua prossimità verso queste persone che hanno sofferto e soffrono ancora tanto, volendo fare anche un gesto particolare verso “una” famiglia, quasi volendo con essa abbracciarne idealmente tante …

R. – Sì … sono questi atti simbolici, e anche qui il tempo stretto ha fatto fare un po’ di corsa tutte queste cose. Però, l’incontro con una famiglia in particolare, lungo la strada, voleva essere appunto il segno della vicinanza, del condividere la situazione con i più poveri dei poveri. Ma poi c’è stato anche, importantissimo, il pranzo - un pranzo molto di corsa - con 30 persone, familiari che hanno perso i loro congiunti, quindi persone che hanno perso chi i figli, chi la moglie, chi il marito, chi tutti gli altri membri della famiglia … Storie assolutamente impressionanti a sentirle, che per pudore sono state tenute un po’ nel privato, ma che sono veramente molto dolorose. E il Papa – raccontava il cardinale Tagle che è stato con lui tutto il tempo, io l’ho visto un po’ da dietro, diciamo così, ma il cardinale Tagle vedeva le espressioni del volto del Papa mentre queste persone, brevissimamente, spiegavano la loro esperienza – e il Papa era assolutamente compreso e esprimeva un dolore, una partecipazione profonda, possiamo dire un turbamento, se così si può dire, ma il turbamento naturalmente consolato e sostenuto dalla fede. Ma l’impressione che queste esperienze tragiche di dolore ci danno è profondissima, e il Papa è un uomo che lo sente profondamente.

Non dimenticare i poveri
D. – Un’ultima domanda: il Papa ha voluto parlare a braccio per far parlare il cuore. Ha scritto però un testo nel quale fa un appello forte a non dimenticare queste persone, delle quali ormai i giornali non parlano più …

R. – Esattamente. Le cose che il Papa ha detto nella sua omelia spontanea, sono largamente corrispondenti al senso del testo che aveva preparato. Però, naturalmente, anche il fatto che bisognava fare un po’ in fretta, data la situazione, ha fatto sì che ci siano dei particolari, magari delle espressioni, che il testo completo può garantire, può manifestare come significative e che vanno conservate. Per questo abbiamo detto che è da considerare pubblicato e come letto il testo integrale. E nel testo integrale c’è, appunto, questo invito a tutti a continuare a ricordarsi, perché qua la ricostruzione non si fa né in pochi giorni né in pochi mesi: la ricostruzione si fa in anni! E quindi c’è bisogno di accompagnare, di sostenere sia con risorse: molte agenzie hanno dato risorse materiali non indifferenti, anche dei buddisti … Attenzione: questa è una cosa interessante. C’è stata una solidarietà interreligiosa significativa … E però c’è anche, poi, la continuità dell’essere presenti accompagnando e qui, appunto, i volontari o le persone che si dedicano al servizio dei poveri o delle persone abbandonate o delle persone sofferenti, dimostrano la continuità, la profondità della loro carità. E questo va ricordato. Tra l’altro, proprio qui vicino alla casa episcopale è stato costruito con l’aiuto di Cor Unum, quindi con l’aiuto del Papa, diciamolo pure, un bel centro grande per i poveri e per i bambini in difficoltà che avrebbe dovuto essere inaugurato praticamente quest’oggi: è stato inaugurato un po’ passando di corsa, però è in grado di accogliere decine di persone in difficoltà e quindi di essere un po’ un centro di appoggio e di irradiazione di servizio in questo senso.








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