2015-01-18 14:50:00

Lombardi: accoglienza oltre attese, Francesco guarda all'Asia


Per un bilancio di questa giornata nelle Filippine ascoltiamo il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro De Carolis:

Francesco guarda all’Asia
R. – Partendo dall’esterno, la cosa che colpisce di più, evidentemente, è la dimensione di questo movimento di popolo verso il Papa e la celebrazione con lui: sembra che sia la più numerosa presenza ad una Eucaristia nella storia, battendo il record di Manila che era già il record precedente, con 4-5 milioni; quest’oggi si è parlato di 6 o 7. Questo dice l’affetto di questo popolo per il Papa. Si sente che il Papa ha un fascino; attrae per il modo di presentarsi, per il fatto di essere la guida di una Chiesa che è tuttora, qui nelle Filippine, molto viva, vivace e sentita dal popolo come un riferimento fondamentale per la sua vita spirituale, ma anche per la sua vita sociale, per il suo modo di essere. Il Papa è stato certamente anche lui colpito da questa attenzione: il Papa dà, ma il Papa riceve. Si sente anche incoraggiato e certamente anche le sue prospettive apostoliche verso l’Asia, che ha intuito essere fondamentali già dall’inizio del suo pontificato, sono certamente rafforzate da questi due viaggi che ha compiuto, quello della Corea e questo dello Sri Lanka e delle Filippine. E quindi, si vede che c’è un’attesa anche da parte di queste grandi popolazioni, di un magistero morale, di un incoraggiamento per il futuro che il Papa riesce a intercettare e a cui riesce a rispondere. Credo che, di per sé, non dobbiamo dimenticare che il momento più profondo di questo viaggio probabilmente è stata la Messa di ieri, cioè la visita a Tacloban, che era l'essere con i sofferenti, con i più poveri dei poveri, vittime del tifone. Però, anche oggi, nella visione delle Filippine, nel suo insieme, l’incontro di ieri è stato assunto in una sintesi più ampia e quindi questo popolo è chiamato ad una speranza di futuro. E’ un popolo che ha una ricchezza di spiritualità, ma che deve anche sapere tradurre questa fede, questa spiritualità in una azione, in un modo in cui anche nella società e nella vita concreta i valori del Vangelo, della solidarietà, dell’attenzione ai poveri diventino operanti in modo da superare le ineguaglianze che il Papa ha definito “scandalose”, ineguaglianze troppo grandi che ci sono anche nella società.

L’incontro col Padre della volontaria morta a Tacloban
D. – La Messa a Tacloban che lei ricordava ha vissuto una pagina drammatica, dopo la Messa, con la morte di questa giovane volontaria per un incidente. Questo episodio ha molto colpito il Papa e c’è stato anche un seguito a questo …

R. – Sì. Naturalmente, quando il Papa ha saputo questo ha subito chiesto di informarsi sulla possibilità di incontrare i familiari di questa persona; il padre si è potuto rintracciare facilmente e oggi è venuto ad incontrare il Papa in nunziatura insieme ad un cugino. Il Papa quindi ha potuto manifestare personalmente la sua partecipazione a questo momento di dolore drammatico di questa famiglia. La mamma non c’era perché lavora a Hong Kong e non è riuscita a tornare in tempo per oggi; tornerà domani. Questo incontro è stato commovente, è stato bello. C’erano sul tavolo, davanti al Papa e a questo padre, questo padre colpito da una grande tragedia, c’erano due foto splendide: una foto di questa ragazza, una ragazza veramente meravigliosa, e una foto di lei da bambina, con i due genitori. Quindi c’era un senso di presenza sorridente di questa ragazza. E la cosa bella che il cardinale Tagle, che ha fatto da interprete, ha potuto dire dopo l’incontro, è che il padre ha testimoniato di essere sconvolto, però di avere potuto poi sentire consolazione per il fatto che sua figlia era morta in un atto di servizio, in un atto di servizio per il suo popolo, perché potesse incontrare il Santo Padre. E questo era per lui di grande consolazione. Naturalmente, manifesta una fede profonda e semplice, che però riesce a superare un’esperienza molto dura dal punto di vista umano ponendola in una prospettiva di speranza e di vita, come è per i cristiani che credono veramente.

Ripartire dai poveri
D. – Finisce il settimo viaggio apostolico del Papa, il suo secondo ritorno in Asia a distanza – in fondo – di pochi mesi. Un bilancio complessivo …

R. – L’accoglienza è stata un’accoglienza grandiosa, un’accoglienza popolare, semplice, spontanea ma superiore ai calcoli, alle attese. Queste strade colme di folla gioiosa, questi incontri con numeri straordinari di persone che accorrono sentendo la bellezza di essere presenti e partecipi a qualche cosa di grande che succede intorno al Papa che per il popolo credente è sempre un segno della presenza di Dio e un aiuto al rapporto con la profondità della vita religiosa. Poi, anche la possibilità di annunciare temi forti, a partire dal tema dei poveri che sta così a cuore  al Papa e dalla loro presenza purtroppo molto evidente, anche, nella società filippina, nel Paese, con la sua situazione, con queste inegualità straordinarie, gravissime, i bambini di strada e così via. Allora, i poveri, la realtà dei poveri, come punto di partenza di riflessione per una conversione, per vedere qual è l’impegno personale che anche i cristiani devono mettere per cercare di creare una società più giusta, più rispondente ai valori di rispetto della persona e una visione coerente con il Vangelo. Punti particolarmente intensi: il dialogo con le famiglie, l’incoraggiamento alla famiglia che è un valore molto sentito dai filippini, e l’incoraggiamento ai giovani, che sono una parte preponderante della società e che sono estremamente dinamici, ma hanno bisogno, anche, di essere orientati, di sentire, di essere accompagnati con un orientamento, con un senso della vita e anche con delle speranze di vita e di impegno. Credo che quindi i punti essenziali di quello che il Papa voleva dire siano stati molto chiari e siano stati facilmente recepiti. Bisogna vedere se, appunto, a parte questo momento, questi giorni brevi di grandissimo entusiasmo ci sarà la capacità di trasferire nella vita una conversione reale, tutta questa esigenza di impegno evangelico che il Papa ci propone.








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