2015-01-19 16:57:00

L'Europa è ancora un'opportunità di crescita? Con noi E. Farinone


Perché l’Europa fa ancora fatica ad uscire dalla crisi economica? Rischiamo il fallimento del sogno europeo? A queste domande cerca di dare una risposta il libro “Nuovo vecchio continente” di Enrico Farinone e Walter Joffrain, edito da Rubbettino. I due autori ritengono che “nonostante gli errori commessi, la prospettiva europea sia comunque portatrice di una speranza”. Alessandro Guarasci ne ha parlato con lo stesso Enrico Farinone

 

R. – Se vogliamo è questa tesi di fondo del libro: solamente il mercato unico europeo e una dimensione più unitaria dal punto di vista gestionale interno d’Europa, per poi dopo costruire una unione politica, può affrontare la globalizzazione. E’ chiaro che i primi passaggi sono  di organizzazione interna e quindi tra questi evidentemente l’unione fiscale.

D. – Però questa Europa sembra  ed è sotto tutela in sostanza della Germania. Quali sono i rischi per i Paesi del Sud? Non si rischia di aumentare l’insofferenza che è già piuttosto elevata soprattutto in Grecia e anche in parte dell’Italia?

R. – L’opinione pubblica dei Paesi del Nord e non solamente della Germania, quindi un pezzo importante dell’Europa, compreso il grosso dell’opinione pubblica dei Paesi dell’ex-Est Europa che sono arrivati recentemente nell’Unione, hanno un’idea sicuramente esasperata e un po’ sbagliata dei Paesi del Sud di disattenzione completa rispetto ai fenomeni macroeconomici più evidente. Da questo punto di vista le falsità addotte dal governo greco a suo tempo e poi venute fuori sono state drammatiche! Bisogna favorire il dialogo tra i Paesi del Nord e i Paesi del Sud, però noi che possiamo ritenerci facente parte un po’ dei Paesi del Sud dobbiamo riuscire a comprendere anche le ragioni dei Paesi del Nord. Naturalmente questo deve essere biunivoco: anche i Paesi del Nord devono accettare questo scambio culturale di opinione. Quindi è una scommessa, se vogliamo… Però sicuramente il muro contro muro portato avanti dal Sud piuttosto che dal Nord porta alla disgregazione dell’Unione Europea stessa.

D. – L’euro è sempre stato visto come un beneficio. Ma se l’Italia uscisse, che cosa succederebbe? Una svalutazione di massa, rischio per i risparmi, per la ricchezza degli italiani accumulata in tanti anni?

R. – Ci sarebbe una svalutazione dei propri risparmi, visto che questo è un Paese che risparmia ancora molto nonostante la crisi: una svalutazione secca in termini percentuali molto rilevanti e quindi tutti noi diventeremmo man mano più poveri. Tutti quei politici e quelle forze politiche che parlano di uscita dall’euro, lo fanno senza aver mai concretamente dimostrato che cosa poi di positivo questo porterebbe. L’Unione Europea è un processo politico che deve andare avanti, e l’euro è un cardine di questo processo politico … le difficoltà dell’euro devono al fatto che il processo politico non è ancora concluso. 








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