2015-01-19 09:30:00

Traettino: straordinario contributo di Francesco a unità cristiani


“Dammi da bere”. Sono queste parole, rivolte da Gesù alla Samaritana presso il pozzo di Giacobbe, il tema scelto quest’anno per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si svolge dal 18 al 25 gennaio. Il dialogo tra i due è immagine di ogni dialogo che deve essere sempre possibile, al di là di ogni barriera, così come Gesù ha superato le fratture tra Giudei e Samaritani. La Settimana vuol far prendere coscienza ai cristiani della divisione scandalosa tra le Chiese invitandoli ad accelerare i tempi di una maggiore comunione. Molte le iniziative in programma in questo senso. Adriana Masotti ha chiesto al pastore Giovanni Traettino, presidente della Chiesa evangelica della Riconciliazione di Caserta, che aderisce all’Alleanza Evangelica Italiana ed Europea, con quali sentimenti vive questi momenti:

R. – L’animo è un po’ quello del seminatore. A un certo punto la Scrittura dice che il seminatore va piangendo quando semina, però poi gioirà con il raccolto. Ho presente una preghiera del vescovo Oscar Romero. Egli dice: “Nulla di quello che facciamo è completo”, il che significa che il Regno è sempre davanti a noi. Nessuna dichiarazione dice tutto ciò che poteva essere detto e nessuna preghiera può esprimere pienamente la nostra fede. “Questo è quello che cerchiamo di fare”, dice ancora Romero: “piantiamo semi che un giorno cresceranno, innaffiamo semi già piantati sapendo che essi sono promessa di futuro; poniamo le basi che necessitano di un ulteriore sviluppo. Gli effetti di lievito che forniamo vanno molto al di là delle nostre possibilità”. Ecco, con questo spirito entro in questa Settimana.

D. – E in che modo celebra questa Settimana, la sua comunità?

R. – Lo spirito è lo spirito del Riconciliatore, di Cristo stesso che è il Riconciliatore tra il Padre e l’uomo e tra l’uomo e il Padre. Dal punto di vista pratico, come comunità nazionale, parteciperemo a diversi incontri ed eventi di preghiera, e a livello locale – solo a mo’ d’esempio – io sarò a Pescara, a Fano e poi ancora a Caserta, a Sessa; altri fratelli, altri pastori della nostra comunità in Calabria, al Nord … Qui a Caserta ci sarà una serata organizzata alla cattedrale cattolica della città, alla quale parteciperanno il vescovo stesso di Caserta e diversi altri pastori evangelici.

D. – Lei ritiene che siano utili questi momenti, che possano – appunto – far crescere in questo cammino verso la comunione, l’unità?

R. – Sì: lo sono nella misura in cui sono semi che vengono seminati nella speranza, appunto, che poi fioriscano. Certamente, occorre dire che questa Settimana di Preghiera ha contribuito a far crescere la consapevolezza dell’importanza di questo cammino, di questo processo e quando questo processo è avviato ha una sua dinamica per cui poi porterà il suo frutto.

D. – Tema della Settimana di quest’anno, le parole di Gesù alla Samaritana presso il pozzo di Giacobbe: “Dammi da bere”. Quale riflessione le suscitano queste parole, proprio in merito all’unità dei cristiani?

R. – Penso a una parola che dice Gesù in quel contesto. Dice: “Tu non sai chi è che ti ha chiesto da bere, non sai che cosa Dio può darti per mezzo di Lui. Se solo tu lo sapessi …”. Ecco, io dico: se solo noi sapessimo quanto è vero che Gesù può soddisfare la nostra sete più grande, e quindi l’importanza di volgere lo sguardo a Cristo, giudei e samaritani, evangelici, cattolici, ortodossi; convertirci a Cristo, di più, a Cristo, unirci a Cristo, valorizzare Cristo tra di noi, perché Gesù è l’unico che possa darci l’acqua che può soddisfare la nostra sete di vita, di senso, di unità. E questo ci consentirà anche di fare un cammino dalla periferia delle nostre storie, delle nostre tradizioni verso il centro della piena rivelazione del proposito di Dio in Cristo.

D. – Lei ha incontrato il Papa: è venuto lui a trovarla il 28 luglio scorso, ma lo conosce da tempo. Il Papa raccomanda sempre, in molti suoi discorsi, proprio l’unità. Quindi è molto viva in lui questa esigenza ...

R.- Sì, sì: è assolutamente vero. Il contributo che Papa Francesco sta dando a questo cammino è assolutamente straordinario. Abbiamo bisogno di pregare per lui perché il Signore continui a tenerlo in vita e a dare questo contributo di qualità straordinaria a questo cammino. Lui è un uomo che ha capito che dobbiamo partire da Cristo, avere uno spirito di accoglienza reciproca, semplicemente camminando insieme a partire da quello che abbiamo in comune che è molto più importante di quello che ci divide.

D. – Che cosa può portare nel mondo l’unità tra i cristiani?

R. – Gesù ha pregato “che siano tutti uno affinché il mondo creda”: ci rende tutti più credibili davanti al mondo. E credo che noi siamo in certo senso forzati a porci questo problema, dal contesto di un mondo che è sempre più multiculturale, multireligioso. In un certo senso è come se in questo contesto le nostre distanze fossero diventate assolutamente relative, e quindi è assolutamente importante che le nostre comunità dialoghino tra di loro e si conoscano sempre di più e che valorizzino il patrimonio comune.








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