"Se una banca nasce con una natura cooperativa non è democratico che il potere politico gli imponga di trasformarsi in banca per azioni". Stefano Zamagni, eminente economista e docente all'Università di Bologna, non usa giri di parole per commentare il decreto del governo sulle banche popolari (solo,però, quelle più grandi, con attivi non inferiori ai 9 miliardi di euro) che in diciotto mesi saranno costrette a trasformarsi in vere e proprie Spa, pena la revoca della concessione.
"Questo provvedimento è sbagliato - spiega Zamagni - perchè non tiene conto del fatto che oggi, nel settore del credito, serve una competizione che sia legata più alla biodiversità che al numero di banche dello stesso tipo. Insomma, è fondamentale che ci sia una concorrenza vera tra sistema bancario cooperativo e quello azionario e non tra tante banche per azioni".
E a chi fa notare come negli anni il sistema cooperativo bancario non abbia però colto l'opportunità di riformare la sua governance, passo necessario in un'economia bancaria globalizzata e non più confinata solo al sistema creditizio italiano, Zamagni risponde senza nascondersi dietro un dito:" E' vero: questa grande opportunità si è persa, e in questo le banche popolari sono colpevoli. Però non si può buttar via il bambino con l'acqua sporca, cancellando di colpo un sistema da sempre vicino a famiglie e piccole imprese".
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