In India, negli ultimi mesi sono ripresi in diverse parti del Paese attacchi contro chiese e cristiani: nel 2014, sono stati uccisi cinque cristiani, tra i quali un bambino. E sono più di 7mila gli episodi di violenza compiuti, lo scorso anno, da gruppi estremisti indù contro la comunità cristiana. E’ quanto emerge dal dossier “Persecution Report” diffuso dall’organizzazione cattolica “Catholic Secular Forum”. Epicentro delle violenze - si legge nel rapporto - è lo Stato indiano del Chhattisgarh, dove “è più pericoloso essere un cristiano”. I vescovi indiani hanno chiesto in una nota inviata al primo ministro Narendra Modi un intervento urgente. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Crescita di gruppi estremisti indù
In India la crescita di gruppi estremisti indù, coincisa
con la salita al potere del partito conservatore “Baratiya Janata Party” (Bjp), è
stata accompagnata da una recrudescenza della violenza contro le minoranze religiose
e, in particolare, contro le comunità cristiane. Uno dei problemi più gravi – si denuncia
nel rapporto - è la complicità delle istituzioni alla quale si aggiunge, per gran
parte dei casi registrati, anche il silenzio mediatico da parte dei mezzi di informazione
locali. Sono circa 7 mila gli episodi censiti ma si tratta di un bilancio “solo indicativo
e non esaustivo”. Tra le vittime di violenze anche 1.600 donne e 500 bambini. E sono
più di 300 i cristiani, tra cui sacerdoti e leader di comunità, che hanno subito aggressioni.
Almeno 60 chiese sono state sconsacrate e sono diventate la sede di gruppi estremisti
indù. In una nota, i vescovi indiani chiedono al primo ministro Narendra Modi, leader
del partito “Baratiya Janata Party”, un intervento urgente per fermare la deriva confessionale
che sta mettendo a repentaglio l’unità del Paese e la laicità dello Stato sancita
dalla Costituzione.
Sulla difficile situazione dei cristiani in India, aggravata dal diffondersi dell'ideologia nazionalista, si sofferma Maria Grazia Coggiola giornalista ed esperta del mondo indiano:
Escalation di violenze contro chiese e cristiani
R. – Questo rapporto e anche altri che sono stati
presentati negli scorsi mesi evidenziano un’escalation delle violenze contro le chiese
e contro i cristiani. Questo è dovuto alla presenza più forte rispetto al passato
delle organizzazioni radicali indù, in particolare del movimento dell’estrema destra
indù, chiamato “Rss”, tradotto “Corpo nazionale di volontari”. E’ un’organizzazione
affiliata a partito di governo, il Bjp. E’ un’organizzazione di volontari con un’agenda
anticristiana e contro le minoranze, perché nell’obiettivo ci anche le altre minoranze,
come quella musulmana. La presenza, chiaramente, di un governo della destra forte,
come quello di Narendra Modi, ha rafforzato questi gruppi che già esistevano prima
che, però, alzavano meno la voce, erano meno potenti. Si sono viste delle violenze
anche a Delhi. Tra l’altro, prima di Natale, è stata bruciata una Chiesa, alla periferia
di New Delhi; io ho seguito questo caso, ci sono state proteste di piazza dei cattolici
e anche della Chiesa, della Conferenza episcopale, che chiedevano al governo e al
premier Modi di pronunciarsi, se non altro su questa situazione che sta creando molta
tensione e molta paura; però, fino ad oggi, c’è stato del silenzio da parte del premier
Narendra Modi.
Riconversioni forzate all'induismo
D. – Recentemente, nell’Orissa, i cristiani sono stati
vittime di violenze e persecuzioni. Adesso c’è un altro Stato indiano scosso dale
violenze, il Chhattisgarh...
R. - Il Chhattisgarh è uno Stato in una parte dell’India dove c’è una popolazione tribale molto numerosa. Sono comunità indigene che sono state convertite al cristianesimo in passato. L’agenda di queste organizzazioni, come dicevo prima l’Rss e anche l’agenda del Bjp, è quella di riconvertire queste popolazioni riportandole alle origini induiste. C’è un programma apposito che tradotto dalla lingua hindi significa “torna a casa”, per conversioni di massa. Anche perché ci sono convenienze economiche; questo è un aspetto che non è sempre chiaro in Occidente che però incide e va anche sottolineato. Le minoranze in India, anche quella cristiana, purtroppo non godono di certi diritti invece riservati alle caste induiste, in quanto non sono indù. Quindi, riconvertendosi all’induismo, certe fette di popolazione, chiaramente povere, hanno altri diritti: per esempio all’impiego, alle quote di iscrizione alle scuole… Fra l’altro, molti Stati indiani prevedono leggi anti-conversione per impedire che avvengano conversioni degli indù.
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