2015-01-23 12:06:00

Libia. Merkel: "Per risolvere la crisi, mobilitiamo il G7"


Sempre tesa la situazione in Libia, dove continua lo scontro tra opposte fazioni, che fanno capo ai due parlamenti di Tripoli e Tobruk. Il capo della sicurezza, colonnello Senoussi, è stato assassinato da un commando armato a Sirte, nel nord del Paese, mentre si rincorrono voci sull’uccisione di al-Zahawi, leader del movimento jihadista, Ansar al-Sharia. Ancora nessuna novità sulla sorte del cittadino italiano scomparso. Intanto, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, annuncia che per risolvere la crisi verrà mobilitato il G7. Il termometro della situazione da Cristiano Tinazzi, raggiunto telefonicamente a Tripoli da Giancarlo La Vella:

R. – La capitale è in una situazione di apparente normalità. Le persone vanno a lavorare – chi ancora il lavoro ce l’ha – nonostante la crisi abbia toccato anche il petrolio. Però, è una normalità che comunque cela una situazione di insicurezza che si vive dappertutto. Purtroppo, è una situazione fatta di contraddizioni, questa del Paese libico. I libici ormai ci sono abituati e vanno avanti comunque per la loro strada. Il problema sono gli stranieri che vivono in città, i pochissimi che sono rimasti, ovviamente, perché gli alberghi sono vuoti.

D.  – Possiamo dire che la parcellizzazione del Paese poi rischia di frantumare irrimediabilmente lo Stato?

R.  – E’ già frantumato, perché comunque ci sono due governi, ci sono due primi ministri, ci sono milizie contrapposte, c’è una serie di alleanze variabili che vanno dai tuareg alleati con gli “islamisti” e altri gruppi alleati col generale Kahlifa Haftar. Ci sono i separatisti che in questo momento stanno combattendo contro gli “islamisti” nella zona di Sidra. C’è una situazione di totale caos per quanto riguarda la situazione politica e la ripercussione si vede nel calo della produzione del petrolio, che ormai è arrivata a 250 mila barili al giorno, contro un milione 600 mila che sono quelli che farebbe la Libia normalmente. Quindi, la situazione pare peggiorare, insomma. Non dimentichiamo anche il fatto che gli americani hanno mandato un alert, invitando tutti i cittadini statunitensi ad abbandonare immediatamente il Paese.

D . – Quindi, anche per quanto riguarda la produzione del petrolio possiamo dire che c’è una doppia gestione?

R.  – Sì, infatti gli introiti andrebbero direttamente alla Banca centrale libica, che fino a questo momento ha mantenuto una sorta di neutralità tra le due posizioni, tra i due fronti contrapposti. L’attacco che è avvenuto alla Banca centrale nei giorni scorsi sta minando questa neutralità, tanto è che gli oppositori “islamisti” hanno nominati un nuovo governatore della Banca centrale, che però non ha nessun potere in merito perché è rimasto ancora quello vecchio. Purtroppo, il lavoro è calato per tutti e la Libia vive degli introiti petroliferi. Ovviamente, se calano gli introiti petroliferi non vengono pagati milioni di stipendi perché la macchina statale ha tantissimi impiegati e il 95% delle entrate provengono dal petrolio.








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