2015-01-24 16:31:00

Settimana di preghiera per l'unità: l'esempio di Trieste


Si conclude questa domenica la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani che quest'anno ha scelto come tema le parole di Gesù alla samaritana: “Dammi da bere”. Papa Francesco presiederà nel pomeriggio i Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura alla presenza dei rappresentanti di varie confessioni cristiane. In tante città si sono vissuti in questi giorni particolari momenti di incontro e di invocazione a Dio per il dono dell’unità. Adriana Masotti ha raccolto le testimonianze di padre Rasko Radovic, parroco della comunità serbo-ortodossa di Trieste, e di padre Gregorios Emiliaris, parroco di quella greco-ortodossa, sempre aTrieste. Sentiamo padre Emiliaris:

R. - Gesù, presso il pozzo di Giacobbe dice: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete, ma chi berrà dell’acqua che io gli darò non avrà più sete in eterno”. Questo è il significato del dono della salvezza del Signore. Per tutte le comunità cristiane è Lui il nostro Salvatore.

D. - Come dire che, al di là di tutte le differenze, è Cristo che unisce tutte le Chiese?

R. - Certo. Dobbiamo ricordarci che la Chiesa ortodossa in genere, quando celebra la Divina liturgia, all’inizio prega anche per l’unità e per la pace per tutte le comunità cristiane, anche per tutte le comunità appartenenti alle varie religioni.

D. - Come si vive l’ecumenismo della vita in una città come Trieste, così multiculturale, multireligiosa?

R. - Trieste è un esempio di come popoli con diverse tradizioni e diverse religioni riescono a vivere insieme in pace.

Dello stesso parere anche il parroco della comunità serbo-ortodossa, padre Radovic:

R. - Io ho sempre detto che Trieste è diventata il modello di una vita multietnica, multireligiosa  e multiculturale. I vari popoli, vivendo insieme, hanno creato un clima molto amichevole. Qualcuno dei triestini ha definito Trieste come “una casa multicolore” in cui c’è una vita ecumenica ma anche interreligiosa molto attiva. Facciamo incontri di vari tipi, non solo di preghiera ma anche culturali: tavole rotonde, incontri anche semplici di amicizia.

D. - Avete anche iniziative di tipo caritativo, sociale insieme?

R. - Anche quello, anche quello. Insieme, ad esempio, abbiamo organizzato - non solo la Chiesa cattolica che naturalmente in questo campo ha tanta esperienza, ma anche noi comunità greca, serba e altre comunità protestanti  - un pranzo per i poveri. Facciamo poi raccolte di aiuti umanitari da offrire a chi ha bisogno. Abbiamo una cosa bella: un concerto ecumenico di vari cori: coro serbo, coro greco e altri cori delle cominità luterana, avventista, cattolica, sia italiana che slovena. È una cosa molto bella ascoltare le voci dei cori. Ci sarà un concerto in una Chiesa greco-ortodossa sabato 24 gennaio. Ma durante l’anno siamo sempre attivi in questo campo.

D. - Papa Francesco ha invitato a chiedere al Signore di "confermare tutti i  battezzati nella fedeltà al messaggio evangelico e poi nell’impegno comune per la riconciliazione e la pace" …

R. -Certo, perché noi come cristiani dobbiamo naturalmente avere fede nel Vangelo, quindi tradurre il Vangelo nella vita quotidiana. Vivendo secondo i dettami del Vangelo noi non possiamo che essere uomini di pace. In questo momento difficile si richiede tanto impegno per la pace. Naturalmente poi l’unità fa la forza. Dobbiamo tutti attingere dal Vangelo, dalla Parola di Dio questa acqua viva per vivere come veri cristiani.








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