2015-01-25 09:08:00

In Sicilia opera missionaria delle scalabriniane per gli immigrati


Per accogliere i migranti che approdano in Sicilia, nasce oggi a Siracusa una nuova comunità missionaria. Voluta dalle suore Scalabriniane, l’opera per ora si compone di tre sorelle che avranno come obiettivo primario quello dell’aiuto e dell’amore fraterno declinato con percorsi di assistenza che saranno creati anche grazie alla collaborazione con la comunità ecclesiale locale e le forze sociali. Federico Piana ne ha parlato con suor Milva Caro, responsabile della Provincia d’Europa delle suore Scalabriniane:

R. – E’ una risposta alle esigenze attuali che la Chiesa e la realtà ci pongono in questa Chiesa. Siamo state prima di tutto sollecitate dal nostro fondatore, il Beato Scalabrini, per lavorare a servizio dei migranti, per e con loro. E poi, attualmente, anche sollecitate da Papa Francesco, che ci dice: aprite le vostre porte, aprite i vostri cuori e andate incontro al migrante rifugiato che entra nella Chiesa nostra. Quindi questo appello è per noi più che un invito, un impegno di cui prendere atto.

D. – Che farà questa comunità missionaria, quali sono i suoi obiettivi, i suoi impegni?

R.  – Vorremmo dare particolare attenzione ai minori che arrivano su queste coste siracusane. Per le donne, in particolare, vorremmo creare una rete con gli enti già esistenti sul posto perché non faremo niente di nuovo. Forse cercheremo di trovare reti tra le tante associazioni che qui operano per e a favore dei migranti. Poi vorremmo sensibilizzare la popolazione sul fatto che immigrazione è anche un bene.

D. – Tutto questo in che modo, suo Milva? Quali saranno gli strumenti che pensate di utilizzare?

R. – Prima di tutto, la nostra testimonianza e il nostro servizio e quello delle consorelle che lavoreranno qui; poi, collegandoci con le istituzioni già sul posto, sensibilizzando con corsi di formazione; vorremmo inoltre realizzare un volantino, un piccolo pieghevole che si dà in mano a chi arriva e sono le prime informazioni utili per chi si deve muovere su questo territorio, una cosa abbastanza pratica; poi vorremmo creare un contatto anche con le comunità locali qui sul posto. Ci sono già comunità ben stabilite come una chiesa con i cristiani dello Sri Lanka, delle Filippine. Insomma, essere presenti.

D. – Sarà una comunità itinerante...

R.  – E’ vero, sì, perché abiteremo in un appartamento che andremo tra poco a vedere che non sappiamo ancora dov’è ma ci hanno detto, proprio come missionarie: partite e poi il Signore provvederà. Tra poco andremo a vedere il nostro nuovo appartamento. Ma il posto di lavoro sarà sia la città di Siracusa che Augusta, il porto e i dintorni. Siamo noi a spostarci e andare lì dove i migranti saranno.

D. – Suor Milva, lei pensa che l’accoglienza non ci sia stata in questi anni a Siracusa, in Sicilia, che insomma siano stati un po’ abbandonati questi uomini e queste donne che sono arrivati da tanto lontano?

R.  – No, questo non lo credo. Io credo che, invece, abbiano visto - almeno la Chiesa qui a Siracusa, ma anche tante altre Chiese - che c’è un bisogno di aumentare quest’accoglienza che è già stata fatta in questa terra. Hanno fatto tanto lavoro. E’ solo che adesso le esigenze sono maggiori, quindi la richiesta è aumentata, e vorremmo metterci a disposizione di questa Chiesa.








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