“L’adozione è un modo per tutelare un minore, non un ‘diritto’ di chi adotta”: è quanto afferma la Conferenza episcopale colombiana (Cec) in una nota in cui ribadisce la sua opposizione alla possibilità di adottare figli per le coppie omosessuali. La dichiarazione della Cec arriva nel momento in cui la Corte Costituzionale del Paese si appresta ad emettere una sentenza proprio su questo tema.
Dare ai bambini possibilità di uno sviluppo adeguato ed integrale
Ribadendo, in primo luogo, che “la Chiesa accoglie tutti gli uomini e le donne, indipendentemente
dai loro orientamenti, inclusi quelli sessuali” e sottolineando che “ogni persona
ha la stessa dignità umana davanti a Dio ed allo Stato”, i vescovi di Bogotà, tuttavia,
ricordano alla Corte Costituzionale i numerosi studi scientifici in cui “si evidenziano
molti dubbi sull’idoneità dei genitori dello stesso sesso a dare ai bambini un adeguato
sviluppo psico-affettivo, accompagnata dall’integrazione sociale”. Tanto più l’adozione
deve sempre “offrire al minore le massime garanzie per un crescita sana non solo in
ambito materiale, ma anche psicologico, affettivo, etico e morale”.
Famiglia è unione tra uomo e donna, nucleo essenziale della società
“L’adozione per persone tra lo stesso sesso non può essere considerata un modo adatto
per garantire i diritti dei bambini – continua la Chiesa di Bogotà – neppure nel caso
in cui il minore sia figlio biologico di uno dei due componenti della coppia omosessuale”,
perché “i bambini e le bambine hanno il diritto di crescere e di svilupparsi integralmente
all’interno di una famiglia formata da una padre e una madre di sessi biologicamente
diversi e complementari”. La nota episcopale, inoltre, si appella all’articolo 42
della Costituzione nazionale che definisce la famiglia come “l’unione tra un uomo
ed una donna” e ne evidenzia la qualità di “nucleo essenziale della società”.
Non si può violare la Costituzione
Per questo, incalzano i vescovi, “la Corte Costituzionale non può violare il diritto
fondamentale dei minori, soppiantando la famiglia con altre forme di convivenza”,
perché “la democrazia non progredisce con imposizioni unilaterali”, che ignorano “i
valori etici, sociali e religiosi dei cittadini”. “La Chiesa cattolica ed il popolo
colombiano – conclude la nota – sperano che i magistrati della Corte Costituzionale
prendano una decisione pienamente conforme alla Carta fondamentale ed ai valori morali
che fondano ed arricchiscono la convivenza della nazione”. (I.P.)
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