2015-01-27 16:18:00

Al via il governo Tsipras: Varoufakis alle Finanze


La Grecia muove i primi passi dopo le elezioni-spartiacque di domenica scorsa. In neoeletto primo ministro, Tsipras, si è messo al lavoro per definire il nuovo esecutivo. Al ministero chiave delle Finanze nominato l’economista Varoufakis, anch’egli, come il premier, del partito vincitore "Syriza". Al microfono di Emanuela Campanile, l’economista Riccardo Moro analizza i possibili scenari economici europei:

R. – Secondo me, ci sono delle carte economiche e delle carte politiche e le carte economiche sono sicuramente quelle che dicono "no" all’austerità, con buona pace di tanti paurosi. Queste politiche di austerità hanno portato, alla fine, a situazioni in cui i bilanci degli Stati sono in condizioni peggiori di quelli che avevamo ieri, a situazioni in cui abbiamo addirittura un’inflazione negativa, che è una cosa terribile, perché vuol dire che i consumatori decidono di rinviare gli acquisti a quando i prezzi scenderanno, se hanno un’aspettativa di discesa dei prezzi. E l’economia come si muove? Come si rilancia l’occupazione se la gente non compra? Allora, noi dobbiamo dare degli stimoli che siano positivi, che siano espansivi. Indebitiamoci se necessario, pur di rilanciare positivamente la domanda. Questo è, in qualche modo, totalmente altro rispetto a quello che è stato imposto dalla troika e dalla voce un po’ più forte di una parte della Germania, nemmeno di tutta, all’Europa in questi anni. Non basta questo, ovviamente: bisogna che ci sia anche una lettura intelligente di che cosa succede al di fuori dell’Europa. La difficoltà che io vedo è soprattutto quella della politica: se qualche carta economica la abbiamo, io vedo una immaturità – almeno oggi – della politica... L’unico laboratorio vero politico che abbiamo avuto in questi ultimi anni è effettivamente quello della Grecia, anche con questa capacità di spiazzare che Tsipras ha avuto. Dopodiché, vediamo che cosa succederà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi… Però, non mi sembra ci sia una capacità di provare a ragionare in termini internazionali. Prendiamo l’agenda italiana, l’agenda francese, l’agenda tedesca: quando si parla di dimensioni sovrannazionali, si parla di Europa e lo si fa – perdonatemi – con una prospettiva un po’ "ombelicale": austerity o non austerity.

D. – Forse c’è anche un po’ di paura, c’è poco coraggio nell’affrontare un cambio di rotta. Il problema, però, è anche il tempo: quanto tempo serve o quanto tempo abbiamo ancora a disposizione per poter migliorare le cose?

R. – Se non c’è fiducia, non ci sono investimenti; se non ci sono investimenti, non si capisce come si possa ritornare a dar lavoro a tutti o almeno a tutti quelli che lo cercano. Perché si costruisca fiducia, bisogna cercare di evitare fratture nella società. Da questo punto di vista, vedo bene l’idea trasgressiva di Tsipras di allearsi con un gruppo di destra, che permette di evitare di dire che il suo governo è un gruppo solamente di un lato di un’estrema e basta.








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