2015-01-27 14:16:00

MpT: importanti parole Papa e card. Bagnasco contro gender


Le recenti parole del Papa, riprese dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, per la famiglia, contro la “colonizzazione ideologica del gender” sono un grande incoraggiamento. Così, al microfono di Massimiliano Menichetti, il portavoce di La Manif Pour Tous Italia, Filippo Savarese:

R. – La premessa fondamentale è che quando noi parliamo di libertà educativa della famiglia stiamo parlando di un diritto che riguarda qualsiasi famiglia di qualsiasi credo religioso, di qualsiasi convinzione politica, filosofica, culturale: è veramente un diritto laico e non a caso è sancito e riconosciuto nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Quindi, in questo senso, chiunque dovrebbe voler e poter difendere la propria libertà di educare i propri figli. E questi pronunciamenti ufficiali della Chiesa cattolica italiana, e del Santo Padre in persona, sono fondamentali perché aiutano questo movimento, che nel popolo italiano già fermenta da tempo, a farsi sentire più direttamente presso le istituzioni che hanno il potere di far sì che questo fenomeno, questo indottrinamento vero e proprio, nelle scuole si fermi.

D. – Lo ricordiamo ancora una volta, cosa è questa ideologia e qual è lo stato attuale della teoria del gender nelle scuole?

R. – Le cosiddette teorie di genere sono quel comparto ideologico che serve ad alcuni movimenti, ad alcuni associazionismi, in particolare quello Lgbt, conosciuto anche come movimento gay, per dare legittimità filosofica ad alcune battaglie politiche e sociali, come ad esempio la modifica del matrimonio con la sua estensione alle coppie dello stesso sesso, che secondo noi significa negare la realtà del matrimonio, la sua ragion d’essere giuridica, sociale, antropologica. Si vuole andare anche verso l’adozione – sempre per una coppia di due persone dello stesso sesso – di minori, o avere l’accesso, per queste due persone, a tecniche di procreazione medicalmente assistita o, ancor peggio, alla barbara pratica dell’“utero in affitto”. Si insegna ai ragazzi che l’unico modo per combattere l’omofobia e la discriminazione sia essere favorevoli a questa forma di omogenitorialità, cioè che un bambino possa avere due mamme o due papà – tra virgolette, perché in natura nessuno può avere due mamme e due papà – oppure, bisogna essere favorevoli al cosiddetto matrimonio gay. Allo stato attuale, questo è molto diffuso nelle scuole italiane: la Regione Lazio ha, nello scorso anno, ma è ancora in corso, un progetto finanziato con 100 mila euro: un progetto cosiddetto “anti-omofobia”, che nasconde però tutte queste insidie del gender e che coinvolgerà 25 mila studenti di Lazio.

D. – La teoria del gender sostenuta dai gruppi Lgbt minaccia sicuramente la famiglia, ma strumentalizza anche la realtà omosessuale…

R. – Sì, assolutamente sì. Infatti, come è noto, la grande maggioranza delle persone omosessuali che non si riconoscono minimamente nel movimento gay che ha, appunto, questa sfaccettatura ideologica dell’approccio all’orientamento sessuale, sono contrari all’estensione del matrimonio, tanto più sono contrari all’idea di sottrarre in modo premeditato il padre o la madre ad un bambino, dandolo a due persone dello stesso sesso. Basti pensare che il portavoce della “Manif pour tous” francese è omosessuale convivente.

D. – I vescovi si sono detti in prima linea contro chi propone una visione antropologica distorta. Un messaggio di questo tipo deve scuotere le coscienze, non soltanto dei cattolici, ma di tutti…

R. – Non a caso tutti i totalitarismi ideologici, specialmente quelli del secolo scorso, quando hanno dovuto impossessarsi della mente delle giovani generazioni, hanno impedito alla famiglia di esercitare la propria libertà educativa. Quindi, non si tratta qui di fare guerre o battaglie, né di attaccare qualcuno; si tratta di dire: “Noi abbiamo famiglia, noi abbiamo le nostre convinzioni che non fanno male a nessuno e sfidiamo a dimostrare il contrario. Lasciateci educare i nostri figli in pace”.








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