Anche in Italia è stato accolto con critiche assai positive e un’ottima risposta del pubblico “Still Alice”, il film in cui Julianne Moore si impegna, con una indimenticabile recitazione, a ritrarre una donna felice e appagata alla quale viene improvvisamente diagnosticata una forma di Alzheimer precoce. Il servizio di Luca Pellegrini:
(Clip - Dialogo tra Alice e i figli)
“‘Che succede?’
‘Vi separate o…’
‘No… Ho il morbo di Alzheimer, esordio precoce...’
‘Mio Dio!’
‘Posso vedere le parole che galleggiano davanti a
me e non riesco a raggiungerle e non so più chi sono e cosa perderò ancora. Odio quello
che mi sta succedendo!’.
Una vita sconvolta
Quello che sta per succedere, in cuor suo, Alice lo
sa: davanti alla famiglia confessa la sua malattia e le sue angosce, perché a cinquant’anni
e un matrimonio fortunato e un’appagante carriera universitaria e la felicità toccata
ogni giorno, l’Alzheimer, in una forma precoce e devastante, l’assale lentamente,
iniziando a distruggere tutto di lei, non solo la memoria, ma le prospettive di un’intera
vita, costruite pazientemente giorno dopo giorno.
Julianne forte e fragile
Il film, scritto e diretto della coppia Glatzer-Wetmoreland
– il primo con gli effetti della Sla che già ne aveva minato il fisico – tratto dal
romanzo omonimo di Lisa Genova è, però, nel suo rigore formale, nella sua tensione
drammatica, nella perfetta scansione dei tempi, degli umori e dei sentimenti, un riconoscimento
di quanto con coraggio, nobiltà, forza, si possano affrontare esperienze così tragiche
e sconvolgenti all’interno di un gruppo familiare. E il ritratto di questa donna insieme
forte e fragile, che Julianne Moore costruisce nella più totale dedizione a un personaggio
così difficile – lei sicuramente una delle più grandi attrici americane e giustamente
candidata all’Oscar – è di un’empatia totale.
Dolore sì, pietismo no
Il pregio di “Still Alice” è che non si scade mai
in un eccesso di patetismo lacrimevole: c’è sì tanta tristezza, ci sono la perdita,
lo smarrimento, la ribellione, Alice si allontana dal passato, il presente le si sfarina
davanti, il futuro non le apparterrà più, così come i figli, il marito, le amiche.
Eppure la sua battaglia per la vita non deflette mai dinanzi all’irrazionalità della
malattia e del male.
(Clip- Alice)
“Non sto soffrendo. Io sto lottando! Sto lottando
per rimanere parte della vita, per restare in contatto con quella che ero una volta.
“Cosi, vivi il momento!”, è quello che mi dico. E’ davvero tutto quello che posso
fare: vivere il momento!
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