2015-01-31 13:01:00

La Santa Sede all'Onu: in aumento stupri come arma di guerra


Le donne, vittime due volte dei conflitti: a ricordare il dramma degli stupri e dei rapimenti nel dramma delle guerre è l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, mons. Bernardino C. Auza. Il suo intervento è stato letto da mons. Janusz Urbanczyk al dibattito del Consiglio di Sicurezza Onu dedicato alla protezione dei civili nei conflitti armati, ieri a New York. Il servizio di Fausta Speranza:

Violenze contro le donne in aumento
“Donne e ragazze soffrono in modo sproporzionato le devastazioni dei conflitti”. Mai la Santa Sede pensa alle guerre come via di soluzione di dispute, ma in caso di conflitto, oltre a cercare una via di pace, bisogna cercare il modo di fermare il flagello delle violenze che subiscono le donne, anche giovanissime. Sono più vulnerabili - denuncia mons. Auza - come risultato delle situazioni di ingiustizia che vivono. L’osservatore della Santa Sede ricorda che, attraverso una serie di risoluzioni, il Consiglio di Sicurezza ha riconosciuto che “ulteriori passi devono essere fatti per la protezione delle donne e delle ragazze nei conflitti e anche nelle situazioni di post conflitto” e per far emergere “l’unicità dell’impatto dei conflitti armati sul mondo femminile”. Il presule ribadisce: le cronache dimostrano che “le violenze commesse contro le donne sono in aumento nel mondo”.

Stupro, orrendo crimine che viola la donna nel corpo e nello spirito
Mons. Auza parla con estrema chiarezza di violenza “nelle forme più orrende e brutali”. Cita la schiavitù sessuale, lo stupro, il traffico di esseri umani, i rapimenti di giovanissime. Poi, ricordando le forti denunce e gli appelli di Papa Francesco su questi temi, parla di “abominevoli commerci” e definisce lo stupro “orrendo crimine che viola la donna nel corpo e nello spirito”.  Quindi, chiede che gli esponenti di fedi religiose e leader di governo facciano sentire la loro chiara condanna di tutto ciò.

Non c'è abbastanza attenzione per le minoranze
La violenza è sempre un assalto alla dignità della persona – ribadisce – ma la violenza sessuale è anche “uno strappo al tessuto della società”. Il richiamo di mons. Auza è concreto e forte: “Non c’è abbastanza attenzione, così come non c’è abbastanza considerazione per le minoranze maggiormente esposte nei conflitti. In particolare, ricorda quanti sono perseguitati per il loro credo, tra questi innanzitutto i cristiani.  

Comunità internazionale lotti contro stupro e schiavitù
In definitiva, due appelli alla comunità internazionale: “sradicare il flagello dello stupro come arma nelle guerre” e fermare la cultura della schiavitù e della violenza”. Appello che – ricorda mons. Auza – Papa Francesco ha lanciato anche nel discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede a inizio anno. Un impegno per cui mons. Auza chiede di “raddoppiare gli sforzi”.








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