2015-01-31 15:22:00

Mattarella, scelta di altissimo profilo: commenti di Antonetti e Bonini


Molti messaggi al neo-presidente Mattarella sono arrivati anche da associazioni cattoliche. Per un commento sulla sua figura Alessandro Guarasci ha sentito il presidente dell’Istituto Sturzo Nicola Antonetti:

R. – E’ un figlio di una cultura democratica, di democrazia politica a tutto tondo, dal tema sociale al tema delle istituzioni. Una bella giornata per la Repubblica Italiana, secondo me. E  ovviamente non solo per i cattolici, ma per il Paese, per l’intera Repubblica. E  mi sembra un po’ ozioso questo affannarsi nel dire “un uomo della Prima Repubblica, che chiude la Seconda Repubblica”: sono un po’ artifici giornalistici.

D. – Qualcuno dice che questa, tutto sommato, è una nuova vittoria di Renzi. Lei è d’accordo?

R. – Renzi, adesso, a prima vista, ha fatto un’operazione politica magistrale: il fatto di aver desacralizzato quello che i giornalisti sacralizzano come il “patto del Nazareno”. E questa scelta di Mattarella era, secondo me, la scelta contro la quale era molto difficile opporsi. Mi sembra che Forza Italia stia franando su questa scelta antimattarelliana fatta ieri. In mattinata si diceva: probabilmente adesso Renzi dovrà pagare ad una finestra interna per una revisione della legge elettorale… Però il canone fondamentale di una legge che vada dal bipolarismo al bipartitismo è questo. E non credo che Mattarella lo fermi, lo ostacoli. Lui conosce bene le dinamiche: il “Mattarellum” lo ha fatto lui, salvando una quota dei partiti attraverso il proporzionale, ma concentrando la maggior parte della legge sui collegi uninominali.

D. – Ma possiamo dire che ci sarà un serrato confronto tra il presidente Mattarella e Renzi, anche su un tema fondamentale come la legge elettorale?

R. – Mattarella è stato un teorico, sì, della collaborazione da parte del presidente della Repubblica con il governo e con il parlamento, ma anche il teorico della non prevaricazione sul parlamento. Probabilmente con un governo che, bene o male, ha una sua forza autonoma i poteri del presidente della Repubblica, in qualche modo, si ritraggono.

Luca Collodi ha sentito il rettore della Lumsa Francesco Bonini:

R. – E’ una scelta positiva, è una scelta serena, è una scelta seria. Credo che tra le persone di età – perché il presidente della Repubblica non può che essere una persona di età – e le persone di esperienza – perché il presidente della Repubblica deve avere una esperienza istituzionale – Sergio Mattarella sia certamente una scelta di altissimo profilo. Nonostante sia stata complessa, questa scelta, alla fine, però, è una scelta che vede un po’ tutti consapevoli e vede un po’ tutti partecipi.

D.  – Sergio Mattarella faceva parte di una delle tante correnti della Democrazia Cristiana, la corrente morotea, che era nota per unire la tensione morale alla ricerca di concretezza nella proposta sociale e culturale. Forse Mattarella ancora oggi raccoglie questo patrimonio e lo trasporta in questo terzo millennio …

R. – Io credo che questa scelta, anche tra vent’anni, sarà in certo qual modo emblematica di un ponte. Mattarella è noto ormai soprattutto per il cosiddetto “Mattarellum”, cioè la legge elettorale che si è incaricato di scrivere a conclusione della Prima Repubblica, ed è il primo presidente – probabilmente – di una nuova fase, che peraltro è tutta da inventare, ancora incertissima. E quindi, sicuramente porterà in questa nuova fase e in questo ruolo così importante che, con grande suffragio, gli è stato attribuito, porterà appunto i valori, ma anche lo stile, un certo stile, appunto quello stile moroteo che non è fatto di fanfare, di bande, di lustrini; non è fatto di immagini ma è fatto di sostanza ed è fatto di lavoro. In realtà, la gente e le persone, gli elettori, i cittadini italiani, dal presidente della Repubblica si aspettano che faccia molto bene il suo lavoro ma anche che risponda alle istanze della gente; e le istanze della gente, oggi, sono quelle di moralità, concretezza di risultati e di una politica che, appunto, lavori per il bene della gente e non semplicemente per auto-perpetuarsi.

D. – Il neo-presidente della Repubblica italiana, Mattarella, potrà dare al Paese quell’unità e quella serenità che anche la Chiesa auspica?

R. – E’ il quarto “fuciino” presidente della Repubblica, cioè c’è anche una storia personale di impegno cattolico, da cattolico. Credo che l’impegno dei cattolici nella vita pubblica, nelle istituzioni, non possa che essere proprio quello di dare corpo, di dare concretezza nella produzione legislativa e negli atti istituzionali, proprio a questa tensione al bene comune. Abbiamo una strana coppia ai vertici della nostra Repubblica: una figura, appunto, come Sergio Mattarella, come il grande pubblico sta cominciando a conoscerla e tutti noi la conoscevamo per questo suo rigore anche nell’aspetto, nel tratto, e invece poi un presidente del Consiglio esuberante. Credo che l’uno e l’altro saranno chiamati nei prossimi mesi a prendere delle decisioni importanti, proprio per cercare di risolvere i tanti problemi che sono nell’agenda dell’Italia e dell’Europa.

D. – Questo ci dice che Mattarella non sarà un presidente-notaio …

R. – Assolutamente no! E’ anche vero, però, che Giorgio Napolitano ha lasciato sottolineando che una figura del presidente della Repubblica come lui è stato per molti aspetti costretto ad interpretare, cioè un presidente della Repubblica molto interventista, molto presente, è un dato eccezionale. E quindi, il nuovo settennato incomincerà proprio riprendendo la grande tradizione dei presidenti della Repubblica che non sono notai, ma che sono in qualche modo registi e garanti dell’assetto istituzionale.








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