2015-01-31 13:46:00

Yemen: proteste di piazza contro i ribelli sciiti houthi


In migliaia in piazza a Saana, capitale dello Yemen, in segno di protesta contro i ribelli sciiti Houthi che controllano la città. Numerosi gli arresti, tra cui il leader dell’unione universitaria. Intanto, proseguono gli incontri tra il mediatore dell’Onu e i partiti yemeniti per la costituzione di un organismo che guidi il Paese dopo le dimissioni dei vertici istituzionali, avvenute lo scorso 22 gennaio. Quali i motivi della forte destabilizzazione che sta vivendo il Paese yemenita? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Vittorio Parsi, docente di Relazioni Internazionali all'Università Cattolica di Milano:

R. – Lo Yemen è stato in questi anni e continua a essere un’importante base operativa e addestrativa di al-Qaeda, quindi un punto di irradiazione del messaggio qaedista verso diverse declinazioni. E dunque, uno Yemen instabile mantiene elevata questa pericolosità. La seconda prospettiva è quella della guerra tra Iran e Arabia Saudita: in qualche misura, l’Arabia Saudita sta facendo guerra all’Iran in Siria e in un certo modo l’Iran replica portando la minaccia all’Arabia Saudita nella Penisola arabica, nel cono sud della Penisola arabica.

D. – Nell’ambito del panorama sciita, questa frangia degli huti che cosa rappresenta?

R. – Non è così semplice individuarli, intanto perché dobbiamo fare molta attenzione quando parliamo di un panorama sciita a intenderlo come un insieme eccessivamente omogeneo. Anche perché – dal mio punto di vista – la questione settaria, cioè la divisione sunniti-sciiti, non è il motore principale di quello a cui stiamo assistendo nel Medio Oriente: il motore principale è la contrapposizione tra Iran e Arabia Saudita, tra i poteri più tradizionali, nel caso dei sauditi, o più rivoluzionari nel caso dell’Iran. Nel caso iraniano, sono tra l’altro molto vicini ai tentativi di riforma sunnita: pensiamo alla Fratellanza musulmana… Per cui, non collocherei una chiave di lettura principale di questo movimento all’interno del panorama sciita organicamente inteso.

D. – C’è il rischio che lo Yemen torni a essere diviso tra Yemen del Sud e Yemen del Nord, come era una volta?

R. – Sì. Se consideriamo che perfino Paesi che sono stati sempre – dalla loro nascita postcoloniale – uniti e unitari, stanno correndo il rischio di essere divisi. Stiamo discutendo seriamente la possibilità che, come uscita dalla guerra civile siriana, possa esserci una spartizione effettiva della Siria e la stessa cosa potrebbe avvenire per l’Iraq, con la nascita di un Kurdistan iracheno. Un’altra ragione c’è per lo Yemen, la cui unità è stata molto più recente e mai completamente accettata unanimemente all’interno del territorio. Tra l’altro, i due Yemen hanno una storia molto diversa dal punto di vista coloniale e quindi per un lungo periodo di tempo.








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