La difesa della famiglia, l’accoglienza dei rifugiati e la promozione della pace: su queste tre sfide si è concentrata la riunione del Comitato permanente dell’Aceac (Associazione delle Conferenze episcopali dell’Africa centrale, comprendente Repubblica democratica del Congo, Rwanda e Burundi), svoltasi recentemente a Kigali, in Rwanda. Nel messaggio conclusivo dei lavori, rilasciati dalle tre Chiese rappresentate, i presuli hanno ribadito la necessità di “testimoniare il Vangelo vivendo la fede in Cristo e condividendo i valori cristiani, tanto richiesti nella Regione”.
La Chiesa sia “sale della terra”
In particolare, il vescovo burundese Joachin Ntahondereye,
primo vice-presidente dell’Aceac, ha sottolineato l’importanza, per la Chiesa, di
essere “oggi più che mai, sale della terra”, poiché il contesto politico, soprattutto
in Burundi, è molto agitato a causa dei preparativi per le elezioni generali, previste
nel corso di quest’anno. “Ci sono quelli che vogliono restare al potere – ha detto
mons. Ntahondereye – e quelli che cercano di ricorrere ad ogni mezzo, incluso l’omicidio,
pur di raggiungere il loro obiettivo”. Di qui, la richiesta di pregare per questo
contesto “teso e tumultuoso”.
Campagna per la pace nella regione dei Grandi
Laghi
Dal suo canto, il vescovo ruandese mons. Smaragde
Mbonyintege, presidente dell’Aceac, ha ricordato il ruolo dell’Associazione “nell’accompagnamento
di programmi socio-politici di pace, unità e riconciliazione nella Regione”, grazie
anche alla “Campagna per la pace nei Grandi Laghi”. Iniziativa congiunta dei vescovi
cattolici ed anglicani dei Paesi inclusi dall’Aceac, la campagna è iniziata nel 2013
con l’obiettivo di testimoniare la fede in Gesù Cristo Principe della Pace; aiutare
la popolazione a ricostruire la coesione sociale; fare emergere alternative di pace
che vadano oltre il cessate-il-fuoco tra belligeranti; operare per la promozione nella
vita pubblica di una solida cultura di giustizia.
Famiglia e nuova evangelizzazione, priorità dei
vescovi
Per quanto riguarda la sfida della famiglia, mons.
Mbonyintege ha sottolineato che essa “è al centro delle preoccupazioni pastorali dell’Aceac
e si inserisce specificamente nelle priorità dei vescovi per la Nuova evangelizzazione”,
allo scopo di trovare “soluzioni durature alle minacce con cui i nuclei familiari
devono attualmente confrontarsi”. Il tutto, guardando anche al prossimo Sinodo generale
ordinario dei vescovi, in programma in Vaticano dal 4 al 25 ottobre prossimi, e dedicato
al tema de “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.
Necessaria cooperazione per assistere i profughi
Infine, a proposito dei rifugiati nella Regione dei
Grandi Lahi, l’Aceac ha raccomandato alle Caritas locali di facilitare la cooperazione
con le Caritas dei Paesi di accoglienza dei profughi “al fine di favorire le visite,
nei campi di accoglienza, da parte delle Chiese dei Paesi di provenienza”. A conclusione
dei lavori, i membri del Comitato permanente hanno reso omaggio al Memoriale di Kabgay
per ricordare le vittime del genocidio contro i tutsi, avvenuto in Rwanda nel 1994.
(I.P.)
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