Los Angeles. Arcivescovo Gómez: no all’eutanasia per malati terminali
“Nessuno ha il diritto di decidere chi può vivere
e chi no. Solo Dio può farlo”: scrive così mons. José Gómez, arcivescovo di Los Angeles,
in un editoriale pubblicato dall’agenzia Aciprensa. La riflessione del presule arriva
in un momento in cui lo Stato della California ha presentato il progetto di legge
n. 128 del Senato che mira alla legalizzazione del suicidio assistito, tramite farmaci,
per i malati terminali. Una proposta che la Chiesa locale respinge con forza, soprattutto
pensando ad anziani e disabili, ed è per questo che mons. Gómez afferma: “Tra le numerose
ingiustizie della nostra società, la più grave è l’abitudine di distruggere, ogni
giorno, vite umane innocenti”. Si tratta di un problema, sottolinea il presule, che
“non è soltanto culturale o politico, ma anche profondamente sia e spirituale”.
Eutanasia non è questione di fede, ma di diritti umani
L’arcivescovo di Los Angeles ribadisce che “il diritto
alla vita è il fondamento di tutti i diritti umani” ed è per questo che “non possiamo
permettere che prevalga la logica crudele secondo cui la vita umana è scartabile e,
in alcuni casi, indegna di essere vissuta o tutelata”. “L’eutanasia, così come l’aborto
– continua il presule – non è solo una questione di fede o di religione, bensì un
problema basilare legato ai diritti umani e alla giustizia sociale. Sono temi che
hanno a che fare con il tipo di società che siamo e con il genere di persone vogliamo
essere”.
Tutelare la vita con coraggio ed amore, in ogni fase
Per questo, mons. Gómez sottolinea che “una società
civile non risolve i problemi permettendo che le persone si suicidino o evitando che
nascano i bambini. E non possiamo permetterci di arrivare a essere un popolo che risponde
alla sofferenza umana eliminando i sofferenti”. Ricordando, poi, le parole di Papa
Francesco sul dovere dei cristiani di “proteggere la vita con coraggio e con amore,
in tutte le sue fasi”, il presule conclude il suo editoriale auspicando un impegno
comune “al servizio della vita, di tutta la vita, specialmente di quella che necessita
di maggiori cure ed attenzione”, perché “fintanto che ci sono i cristiani, nessuno
deve soffrire da solo!”. (I.P.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |