Iran. Mons. Garmou: crisi in Medio Oriente non si risolve con la guerra
La crisi in Medio Oriente non può essere risolta semplicemente
con la guerra e le armi. E’ quanto afferma l’arcivescovo caldeo di Teheran, mons.
Ramzi Garmou, in un‘intervista all’agenzia cattolica tedesca Kna, ripresa dall’Apic,
in cui non risparmia critiche alla politica occidentale nella regione, dalla guerra
in Iraq del 2003 alle sanzioni imposte all’Iran.
Il dovere dei cristiani in Medio-Oriente di testimoniare
la fede
Parlando dell’infelice situazione dei cristiani in
Iraq vittime degli islamisti dell’Is, il presule originario di Zakho nel Kurdistan
iracheno, riconosce che certo non possono essere costretti a rimanere, ma che essi
hanno tuttavia una missione da compiere: quella di difendere la fede cristiana nel
Paese, dove essa è presente sin dall’epoca apostolica. Questo anche in Iran, dove,
secondo la tradizione, la Chiesa fu fondata da San Tommaso Apostolo.
L’esodo dei cristiani dall’Iran dopo la rivoluzione
khomeinista
Oggi, i cristiani nella Repubblica islamica sono circa
70 mila su una popolazione di 78 milioni di abitanti. La maggioranza (50 mila) appartengono
alla Chiesa apostolica armena (ortodossa), mentre i cattolici sono 10 mila, dei quali
la metà caldei e qualche centinaio i latini. La popolazione cristiana ha conosciuto
un forte esodo soprattutto verso gli Stati Uniti e anche verso l’Europa dalla rivoluzione
khomeinista. Molti di quelli rimasti - spiega mons. Garmou - sono persone che non
potevano lasciare il Paese, ma ci sono anche fedeli che lo hanno fatto per scelta,
“perché crede che la Chiesa abbia la missione di testimoniare” . Questo anche in un
contesto difficile come quello dell’Iran, dove alle minoranze riconosciute dalla Costituzione
è severamente vietato fare proselitismo e l’esercizio del culto è rigidamente regolamentato
e limitato ai luoghi riconosciuti dal regime.
Cristiani testimoni nel quotidiano
Ma la forza della Chiesa in Iran, puntualizza mons.
Garmou non risiede nei suoi piccoli numeri e neanche nel potere delle sue istituzioni:
“Questo piccolo gregge - afferma il presule - può testimoniare la presenza di Gesù
vivendo la sua fede nel quotidiano”. (L.Z.)
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